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diretto da Pietro Longhi e Daniela Petruzzi
Privacy Policy Centro Teatrale Artigiano - Sede Fiscale: Via Monte Zebio 14/c 00195 Roma - Partita Iva e Codice Fiscale: 13195511004 SteveR
Gaia de Laurentiis - Pietro Longhi in DIAMOCI DEL TU di Norm Foster Regia Enrico Maria Lamanna Un asettico rapporto di lavoro pluriennale diventa sorprendentemente una spassosa, arguta e scintillante relazione. Come un fiore sbocciato al momento giusto, la storia tra un burbero e scontroso datore di lavoro e la sua ineffabile collaboratrice ci offre lo spunto per una commedia deliziosa che cancella di colpo la ruggine di un lungo regime di incomunicabilità. Ed il nuovo, improvviso scoprirsi riscatta sia lui che lei da anni di solitudine prendendo molto presto una piega briosa e brillante. Alle volte l’amore, come il paradiso…può attendere, ma al momento opportuno sa sempre come coinvolgere il nostro cuore.
RocIo Munoz Morales - PIETRO LONGHI in IL CAPPOTTO DI JANIS di Alain Teulié Regia Enrico Maria Lamanna Un incontro tra due persone semplici che non sarebbe mai potuto avvenire. Mila, una vivace e giovane donna, particolare e impertinente dall’abbigliamento eccentrico e Joseph uno scrittore solitario che vive in un appartamento pieno di scatoloni. Tramite un annuncio Joseph assume Mila a cui assegna una missione misteriosa e delicata ma pian piano verranno allo scoperto i segreti che legano questa improbabile coppia a cui tutto sembra opporsi. Emozione e suspense fino all’epilogo. Scene: Alessandro Chiti Musiche: Bungaro
SERGIO MUNIZ - MIRIAM MESTURINO CRISTINA CHINAGLIA - SEBASTIANO GAVASSO in LAPPONIA Una commedia magica tra verità e bugie di Marc Angelet e Cristina Clemente Versione italiana di Pino Tierno Regia Ferdinando Ceriani Finlandia, tanta neve e una domanda campale: Babbo Natale… esiste? Monica, Fabio e il loro figlio Giuliano sono andati in Lapponia per trascorrere le vacanze di Natale con la sorella di Monica, Silvia, il suo compagno finlandese Olavi e la loro figlia di quattro anni Aina. Tutto sembra filare liscio fino a quando Ania rivela a Giuliano che Babbo Natale non esiste, è una bugia inventata dai genitori per costringere i bambini a comportarsi bene. Eccola la miccia che trasformerà un’idilliaca serata di festa ai confini del circolo polare artico in un campo di battaglia al tempo stesso esilarante e feroce in cui vedremo sgretolarsi a poco a poco le maschere di benevolenza, tolleranza e buona creanza dei quattro protagonisti. È giusto dire sempre la verità? Le bugie sono così cattive? Bisogna svelare il trucco o è meglio lasciare spazio all’illusione e alla magia? Sono queste le domande che metteranno in crisi il modo di allevare i figli, le tradizioni, i valori famigliari e culturali delle due coppie fino a portarle a svelare segreti e desideri inconfessabili. Lapponia è una commedia dallo humour corrosivo e graffiante che farà riflettere e ridere lo spettatore porgendogli uno specchio deformante nel quale scoprirà qualcosa che lo riguarda molto da vicino. Una commedia campione di incassi e di risate in Spagna e in America finalmente giunta anche in Italia! Ferdinando Ceriani
Gabriella Silvestri - Matteo Vacca in LA STELLA DI SAN LORENZO di Gianni Clementi Regia Matteo Vacca Roma, 19 luglio 1943, quartiere S. Lorenzo. Un aitante parroco ed un’avvenente fedele durante una “confessione”, restano illesi durante uno dei bombardamenti più tragici nella storia della Capitale… L’aver consumato il frutto proibito li costringerà a passare lunghi giorni sotto le macerie. Qui le loro anime, e non solo, si avvicineranno portando Don Nicola e Sora Agnese a riflettere sulla condizione umana, in un confronto continuo in cui gli occhi dell’altro rappresentano lo specchio in cui cercare la propria verità. Sotto tonnellate di macerie, alla mercé di fame e sete, saltano tutti gli schemi che la società “in superficie” impone. Tutto questo genera una serie di fraintendimenti, maliziosi equivoci e situazioni grottesche che i due personaggi saranno costretti ad affrontare nel tentativo di salvare, se non le loro anime, almeno i loro corpi.
Ramona Gargano - Andrea Bizzarri - Giuseppe Abramo in L’AMORE CI VEDE DOPPIO di Andrea Bizzarri Regia Andrea Bizzarri scene di Sandro Ippolito produzione Centro Teatrale Artigiano in collaborazione con Readarto S.r.l. Quante possibilità ci sono che due persone che si incrociano per caso possano innamorarsi? Emma è una donna decisa, intraprendente, con una situazione sentimentale volutamente instabile, al suo quotidiano gin tonic post lavoro. Tommaso, assorbito in pieno dalle routine lavorativa, non sa come uscire da quel pantano che è la sua vita. Per qualche secondo si trovano allo stesso tavolino del bar. Poi, lui racimola le sue cose e, mentre fa per andare, un pensiero gli nasce quasi per gioco: se adesso facesse il primo passo, e se lei ricambiasse, come sarebbe la sua vita con quella sconosciuta? Da qui inizia un viaggio funambolico fatto di approcci goffi, amici invadenti, matrimoni disastrosi, sognanti serate al karaoke, fino a scoprire che, magicamente, ciascuno ha donato qualcosa all’altro. Solo una cosa resta da scoprire: lui, quel passo, l'ha fatto veramente, o è rimasto soltanto un gioco? Una commedia romantica, dai tempi serrati e dal sapore squisitamente comico, per ridere di situazioni imprevedibili e riflettere su quella vita in più che tutti, una volta, abbiamo fantasticato di vivere.
RITA FORTE - PIETRO LONGHI in ROMA IERI ED OGGI - CANZONI E POESIE alla chitarra il Maestro Stefano Zaccagnini al pianoforte il Maestro Paolo Iurich Regia Silvio Giordani Una passeggiata tra canzoni e poesie per rendere omaggio alla più bella città del mondo. Un viaggio appassionante alla scoperta della tradizione romana in compagnia di Rita Forte e Pietro Longhi, per celebrare lo splendore della Capitale attraverso i suoi più grandi artisti. Roma è sempre stata musa di pittori, architetti, scultori, che vi hanno trovato ispirazione per i loro capolavori. Musica e poesia sono parte integrante della sua storia. I suoi canti popolari, le serenate, gli stornelli occupano un posto importante nella tradizione musicale italiana, così come la poesia con i suoi giganti, da Giuseppe Gioacchino Belli, Trilussa, Cesare Pascarella, Gigi Zanazzo a personaggi più vicini come Petrolini, Aldo Fabrizi, Alberto Sordi, Anna Magnani, Gabriella Ferri e Monica Vitti. Incredibili artisti che hanno contribuito a rendere indimenticabile la grande tradizione romana.
TEATRO MARCONI - Roma - REGINE DI CARTONE: https://www.teatromarconi.it/spettacoli/897/stagione/REGINE-DI-CARTONE Con rispetto ed empatia “Regine di cartone” racconta quindi la storia di tre donne che hanno varcato quel limite oltre il quale si perde il rapporto con la società e si entra in una specie di limbo affettivo e sociale. Non si riconoscono più i presunti valori della nostra civiltà e questa è, in genere, la prima tappa del processo di scollamento. Spesso il primo gradino consiste in un trauma psicologico o sociale, poi può esserci la perdita o il danneggiamento di relazioni affettive significative. In altri casi sono la violenza subita o altre esperienze traumatiche a lasciare una delusione radicale nei confronti del mondo. Inizia, quindi una fuga vera e propria dalla società che finisce per comportare emarginazione e il soggetto più fragile si adatta psicologicamente al cambiamento alimentando le proprie convinzioni negative sugli altri e su stesso. Il famoso sociologo William Thomas della scuola di Chicago spiegò che “Se gli uomini definiscono certe situazioni come reali, esse diventano reali nelle loro conseguenze”. In altre parole non conta più il dato oggettivo degli avvenimenti ma “COME VENGONO PERCEPITI ED INTERPRETATI DAL SOGGETTO”.
“Regine di Cartone”. Il buio dentro. Quarta Parete Roma Al teatro Marconi di Roma si sono concluse le repliche di “Regine di Cartone”, testo di Marina Pizzi, regia di Silvio Giordani e tre interpreti eccezionali: Angiola Baggi , Mirella Mazzeranghi e Maria Cristina Gionta ….segue recensione sul sul sito: https://quartapareteroma.it/regine-di-cartone-il-buio-dentro/
“Regine di Cartone” - TEATRO MARCONI "Questa sorta di Trinità della strada ha qualcosa di poetico nella sua crudezza. Le anime che la compongono sembrano alla ricerca di qualcosa che in realtà paradossalmente già hanno. Sono già libere dai dettami della società che peraltro le rifiuta, non hanno più obblighi, ma soprattutto non devono sottostare più alle angherie di nessuno e chiaramente si capisce che, vivendo di stenti, sono diventate più forti" la sensibilità di Riccardo Massaro la restituisce nel suo Il 'Mio' Teatro, di Riccardo Massaro e su ViviRoma Grazie!!! Si ritorna stasera con "Regine di Cartone" e si vola fino a domenica 17 novembre. Un emozionante testo di Marina Pizzi Regia Silvio Giordani Con Maria Cristina Gionta Angiola Baggi e Mirella Mazzeranghi segue recensione e foto su: https://www.facebook.com/share/p/1BBYvwgH59/
Massimo Giuliani - Federica Cifola in Rappresaglie di Eric Assous Regia Silvio Giordani Al termine della festa per il matrimonio della loro giovane figlia, Franco e Rosaria si ritrovano soli e stanchi nella camera d’albergo. Lei gli rimprovera di averla trascurata per tutta la sera a causa di una bionda che nessuno conosce. È la miccia che farà emergere pian piano una serie di tradimenti, cui faranno seguito rappresaglie dall’esito comicamente imprevedibile. Un dramma comico con battute intelligenti e raffinate, sorprese, colpi di scena e un graffio che non guasta mai nell’analizzare le dinamiche della vita di coppia. Sorprese e colpi di scena. 3 Aprile 2025 - 20 Aprile 2025
Melania Giglio e Martino Duane in ÉDITH PIAF - L’USIGNOLO NON CANTA PIÚ di Melania Giglio Regia Daniele Salvo Siamo nel 1960, nell’appartamento di Édith. Una serie di eventi si sono susseguiti nella vita di questa piccola donna: lutti, incidenti, amori, liti, solitudine, alcol, gioie, successi e canzoni. Tutto si è abbattuto sull’usignolo come un uragano. L’usignolo non canta più. L’artrite l’ha resa gobba, l’alcol e i medicinali l’hanno resa gonfia e senza capelli, i lutti hanno ferito la sua voglia di vivere. Ma improvvisamente qualcuno bussa alla sua porta e arriva a profanare questo “buio”. È Bruno Coquatrix, l’impresario dell’Olympia. Lo spettacolo ripercorre attraverso un testo inedito e mai rappresentato i giorni che precedettero la storica esibizione di Édith Piaf sul palco dell’Olympia, dalla fine del 1960 sino alla primavera del 1961. Questo racconto, arricchito da canzoni eseguite rigorosamente dal vivo (tra le altre L’accordéoniste, La vie en rose, Milord), vuole essere un omaggio a una delle voci più belle e strazianti della canzone moderna. Note di regia Scriveva B. Pasternak: «Il talento innato è una via che conduce al futuro. È un modello infantile dell’universo, di un universo fondato sin dalla tenera età nel nostro cuore, una specie di libro di testo per capire il mondo dal di dentro, dal suo lato migliore e più fulgido. Questo dono insegna l’onore e il coraggio, poiché rivela quale favolosa importanza abbia l’onore nel sentimento drammatico dell’esistenza. Un uomo di talento sa quanto si arricchisca la vita in una piena e giusta illuminazione e quanto perda nel buio. L’interesse personale gli impone di essere orgoglioso e di perseguire la verità. Questa posizione può significare nella vita anche la tragedia, ma questo ha un’importanza secondaria.» Édith Piaf portava in questa scintilla, questa meravigliosa fiamma inesauribile e dolorosa. Vogliamo ricordarla con semplicità e nitidezza. Non vogliamo imitarne le movenze o copiarne l’esteriorità. Tentiamo invece di avvicinarci alla sua anima con levità mozartiana, di raggiungere il centro del suo petto per evocare per un istante, con attenzione e rispetto, il suo incredibile talento. Oggi più che mai, in questi anni vuoti di impulsi e necessità, abbiamo bisogno del suo calore, della sua luce, della potenza della sua voce e del battito del suo piccolo cuore che ancora oggi, anche se non è più, batte instancabile. E quel suo piccolo cuore non si fermerà mai. Daniele Salvo
Maria Cristina Gionta - Adriano Evangelisti in FANNY di Rébecca Déraspe Regia Silvio Giordani Una commedia che ci racconta con delicatezza ed umorismo come l’immaginario delle donne riesca a mettere in crisi i modelli e i luoghi comuni. Fanny e Dario, cinquantenni, sono una coppia solida e innamorata; tuttavia nella loro vita manca qualcosa e decidono di affittare una stanza ad Alice, giovane studentessa di filosofia. Le idee di Alice scuoteranno il mondo apparentemente stabile di Fanny e la donna, dapprima disorientata, inizierà a ridisegnare i contorni della propria esistenza, fino a cambiare completamente il suo modo di stare al mondo.
Fanny: la commedia su chi ha il coraggio di provare a cambiare le cose. Annalisa Civitelli Stagione 2024|2025 donne, Fanny, femminicidio, impegno civile, rosso, teatro, teatro Tor Bella Monaca Al teatro Tor Bella Monaca di Roma, dal 14 al 16 marzo, è andato in scena ‘Fanny’, spettacolo scritto da Rébecca Déraspe e diretto da Silvio Giordani. La commedia si concentra su tematiche attuali, la parità di genere e l’impegno civile, sia mettendo due mondi a confronto, quello giovanile e di mezza età, sia creando un’intersezione generazionale facendoli avvicinare grazie a un cambio di prospettiva Al teatro di Tor Bella Monaca di Roma , dal 14 al 16 marzo, è andata in scena la delicata commedia ‘Fanny’ dell’autrice canadese Rébecca Déraspe . Una pièce che parla di parità di genere e di impegno civile, esplorando il complesso e variegato universo femminile, sempre pronto a mettersi in discussione e ad aprirsi al mondo. Il nome francese della protagonista che, in italiano, corrisponde a Francesca, pare calzarle a pennello per l’eleganza, il fine umorismo e la delicatezza del personaggio, ben interpretato da Maria Cristina Gionta, che vive un rapporto solido con il marito Dario, ruolo rappresentato da Adriano Evangelisti. I due cinquantenni sembrano amarsi, tuttavia la loro è una coppia grigia, come gli abiti che indossano. Vivono infatti fuori dal mondo, chiusi nella loro comfort zone, senza grandi problemi e senza alcun vero stimolo. In pratica, galleggiano come i pesci del loro acquario. Tuffarsi nella vita non è un’alternativa per loro, almeno fino a quando non entra nella loro casa Alice, una giovane studentessa di filosofia alla quale hanno deciso di affittare una camera, di cui Camilla Pujia veste i panni. Segue recensione su: https://www.brainstormingculturale.it/fanny/
https://www.facebook.com/story.php?story_fbid=102277364594537 84&id=1137181784&rdid=kPJguZg9CqLGRFZp# «FANNY», LA NECESSARIA INTERSEZIONALITA’ Di Veronica Meddi Al Teatro Tor Bella Monaca dal 14 al 16 marzo 2025 è andato in scena lo spettacolo FANNY di Rebecca Déraspe, con Maria Cristina Gionta e Adriano Evangelisti e con Camilla Pujia, Francesco Nuzzi, Angela Accarino, Anita Farina, Carmine Cacciolla, Alessandro Chiodini, Flavia Ferri, Nicole Desiderioscioli, Chiara Iaccarino, Chiara Silano, per la regia di Silvio Giordani, scene di Mario Amodio, costumi di Lucia Mariani, disegno luci di Marco Macrini. Foto Tommaso Le Pera.
Fanny e Dario si presentano al pubblico nel loro appartamento in uno stato di ansiolitica attesa, l’ospite a cui hanno affittato una stanza di casa è «in ritardo di un quarto d’ora», un tempo troppo breve per agitarsi, troppo lungo se è il motivo per cui le loro vite verranno sconvolte. Intanto, per allentare la tensione per quella che sarà la strategica mossa di un deus ex machina in grado di cambiare l’ordine degli addendi e il risultato, brindano e per confermare il loro solido rapporto che intuiscono possa venir leso in qualche modo ripetono la parola magica del «Ti amo». Segue recensione su: https://www.meddimagazine.info/IT/TeatroRecensioni/8706/%c2%abFANNY%c2%bb_LA_NECESSARIA_INTERSEZIONALITA%e2%80%99 ?fbclid=IwY2xjawJPwHdleHRuA2FlbQIxMQABHea6ZDvFOKArky8mbxsVbYIAjsSgXkcVMWC7HZvcp2b1A9qSv9N4hzT8sA_aem_E4KlUhC4z9 TcoKuJgt8A8g
Teatro Erba Torino Domenica 16 marzo 2025 “Lei è bravissima e bellissima, lui è intenso ed ha un timbro vocale profondo e potente, che arriva dritto al cuore”: secondo Alessandra, venuta dalla lontana Imperia a Cairo Montenotte, proprio per assistere allo spettacolo, “è una coppia artistica molto azzeccata”, quella formata da Roçio Munoz Morales e Pietro Longhi. Sono loro i due protagonisti de “Il cappotto di Janis”: anche al teatro “Chebello” la commedia agrodolce del francese Alain Tourè è stata trionfalmente accolta dagli scroscianti, interminabili applausi del pubblico. “È così ogni sera, ovunque andiamo”, dicono con evidente soddisfazione Roçio e Pietro. E commenta Pierantonio, il marito di Alessandra: “Valeva la pena di fare la lunga trasferta, poiché la bellezza del teatro, come in questo caso, è un arricchimento”. Prodotto e distribuito da Mente Comica di Diego Ruiz - una garanzia - , diretto con mano sicura dal regista Enrico Maria Lamanna, tra i più apprezzati e prolifici del settore, con la funzionale scenografia (ancorché leggermente ridotta per adeguarla alle dimensioni del palcoscenico) di Alessandro Chiti, i costumi di Teresa Ocone e l’eccellente colonna sonora di Bungaro, “Il cappotto di Janis” ha una struttura da “giallo”, con una suspence in crescendo di sequenza in sequenza, sino al sorprendente finale. Rivela Silvio Eiraldi, che gestisce con competenza l’interessante stagione del Chebello: “Questo spettacolo avrebbe dovuto debuttare l’estate scorsa in prima nazionale in Liguria, al Festival di Borgio Verezzi. Ma dopo l’improvviso cambio di direzione artistica é stato cancellato dal cartellone". La trama. Mira, una giovane donna, vivace e impertinente, dall’abbigliamento eccentrico, viene convocata da Joseph, uno scrittore burbero e scontroso (egregiamente interpretato da Longhi, attore di solida carriera, che da oltre trent’anni gestisce il Manzoni di Roma), ridotto in carrozzella da un incidente d’auto, vive da solo in un grande alloggio. La ragazza é convinta di dovergli fare da badante, ma l’uomo le affida invece una missione delicata e misteriosa. Tra una bugia e l’altra, complice anche il cappotto di Janis Joplin, celebre cantautrice statunitense, poco alla volta affiorano i segreti che collegano la coppia, ma che è opportuno non spoilerare per non guastare la sorpresa al pubblico. Ed é nell’ultima scena, che Roçio (già presentatrice del Festival di Sanremo, madrina del Festival del Cinema di Venezia e protagonista della serie tv “A un passo dal cielo”) rivela grandi doti drammatiche, accanto a quelle, ben note, di attrice brillante. “Da anni cercavo uno spettacolo teatrale che potesse davvero toccarmi nel profondo”, racconta Muñoz Morales, conosciuta anche come consorte di Raul Bova. E prosegue: “Quando ho letto il copione de Il Cappotto di Janis ho subito capito che era quello che stavo ricercando. È un testo scritto in modo brillante, complesso ma molto diretto. Credo sia uno spettacolo ricco, pieno di una bellezza che nasce anche dalla diversità di queste due persone che si trovano a vivere una situazione simile, ma che affrontano la vita in maniera totalmente differente. In realtà scopriremo che sono molto più legate e vicine di quanto esse stesse possano immaginare”. Dopo il felice esordio romano, la piéce è ora In tournée. E ben costruita e poggia su pilastri robusti, merita di essere vista da più spettatori possibile. E allora da qui, dalla riviera ligure, le viene rivolto l’augurio in voga tra i velisti: “buon vento“. Stefano Delfino
Dalla pagina Facebook: Il 'Mio' Teatro, di Riccardo Massaro Allegra e intricata commedia dal gusto retrò molto brillante e vivace, quella che coinvolge Massimo Giuliani (Franco) e Federica Cifola (Rosaria), protagonisti della storia. Con loro sul palco Camilla Puja (Albachiara), Luca Negroni (Vasco) e Maria Cristina Gionta nei panni di ben tre diversi personaggi femminili. Federica e Massimo sono i genitori della giovane Camilla, appena sposatasi e di cui è appena finito l’impegnativo ricevimento. Provati dalla giornata, si ritrovano nella costosissima stanza dell’albergo che ha ospitato l’evento. Si parte dunque subito con un divertente e movimentato battibecco per cose futili tra cui la taccagneria dell’uomo, poi ci si concentra su un aspetto che inviperisce giustamente la donna. Non solo il marito l’ha trascurata durante tutta la serata, ma ha dedicato particolari attenzioni ad una bella ed appariscente donna bionda che nessuno conosce e che nasconde un segreto, anzi, il segreto ormai in dirittura d’arrivo lo nasconde Franco. Già dalle prime battute si intuisce quanto i due artisti siano spigliati, credibili ed affiatati. In una manciata di secondi riescono subito a creare una situazione realistica di tensione familiare, presentandola in maniera fortemente ironica. Voci, sguardi, movenze ed espressioni marcano ogni scambio verbale tra i due, che divertono mostrando quale caratura artistica li muova. Con estrema disinvoltura giocano sfiorando continuamente il dramma. Due perfetti funamboli che non perdono mai l’equilibrio in questo percorso in due atti di un’ora e tre quarti che volano via piacevolmente. Lei, stanca delle mancanze del marito, spogliandosi con eleganza del suo fascino iniziale comincia a far trasparire sempre più il suo animo ferito e rinfacciando le scappatelle del marito, mostra di voler dare vita a delle rappresaglie. Massimo, di contro, ci appare sornione e dietro le meste apparenze un donnaiolo inveterato; dopo una serie di catastrofici tentativi di nascondere l’evidenza, comincia ad inciampare comicamente su una serie di malefatte che la pièce racconta attraverso una piacevole comicità. Messo alle strette, si trasforma in un cucciolo con la coda tra le gambe. Due belle e chiare trasformazioni che confermano la bravura di questi artisti. Ecco allora che un matrimonio apparentemente solido si sgretola progressivamente sotto gli occhi dello spettatore, che assiste all’ammissione di infedeltà di lui mentre cerca di smarcarsi tra goffe bugie, ritrattazioni e sotterfugi che finiscono per peggiorare la situazione facendo riemergere sia vecchi che nuovi tradimenti. Chissà, forse è il matrimonio della figlia che fa riflettere la donna, o forse la femme fatale con cui balla l’uomo rappresenta la fatidica goccia che fa traboccare il vaso e innesca il precipitare degli eventi, che finiranno per coinvolgere anche gli altri personaggi. Camilla si ritrova spiazzata. Appena sposata, dovrebbe godersi il momento, invece prima entra in crisi perché ha scoperto che l’uomo scelto ha un passato da donnaiolo, poi riceve il colpo di grazia vedendo i genitori in procinto di separarsi. Ecco che due diverse generazioni si ritrovano alle prese con gli stessi dubbi, timori, incertezze, ma anche tristi certezze. Camilla ha una voce molto caratteristica e personale che associa questa a particolari espressioni di perplessità per quanto le accade intorno e per quello in cui più avanti si troverà coinvolta. Risulta molto divertente questo suo smarrimento. Più avanti prenderà posizione e cambierà atteggiamento. Vedremo crescere il suo personaggio e adattarsi alle vicende. Nonostante la giovane età, l’attrice ha tutte le doti per interpretare questo ruolo, cambiando progressivamente approccio e trasformandosi da ragazza inesperta e smarrita a donna determinata e smaliziata. Una bella prestazione. Maria Cristina veste i panni di tre figure completamente diverse, ognuna con un suo dialetto, atteggiamento e carattere, che però hanno in comune la stessa frivolezza e leggerezza. Maria Cristina si trasforma camaleonticamente non solo grazie a parrucche e costumi che rendono irresistibili queste figure, tutte avvenenti e provocanti, ma soprattutto riesce a sottolineare la netta distinzione che le contraddistingue e a caratterizzarle tutte e tre. Quello che ho apprezzato è stata la sua attenzione nel rimarcare con cura analogie e differenze nelle fugaci ma determinanti apparizioni. Ultimo ad apparire in scena è Luca, grande amico di Federica, colui che cerca di salvare il matrimonio dei due grazie ad una confidenza. Quando Massimo e Luca si trovano soli in scena, recitano recuperando quel gusto retrò che contraddistingue la proposta e che con l’ingresso delle figure femminili si era attenuato. La commedia infatti mi ha ricordato quelle sullo schermo con le copie Vianello Mondaini oppure Rick - Gian, dove l'approccio teatrale dei più maturi artisti cozzava armonicamente con quello dei colleghi più giovani creando un delizioso mix tra vecchia e nuova scuola. Luca e Massimo, dopo questo scambio, si ritroveranno con le attrici e ci sarà un nuovo cambio di direzione. Questo piacevole altalenare non fa che rinvigorire la commedia, già di per ricca di colpi di scena che non rivelerò e che danno pepe alla storia, mai noiosa e sempre briosa dove tutti fanno i conti con i propri scheletri nell'armadio, ritrovandosi sempre più impelagati in situazioni imprevedibili e al limite del dramma. Vi troverete al cospetto di una lunga serie di battute divertenti intrise di comicità elegante e raffinata, che non disdegna qualche piccola impennata salace, mordace e pungente molto italiana. Così, con una forte ironia si affrontano tematiche come i difficili i rapporti matrimoniali, familiari e sentimentali. Tra questi spazi di riflessione, il divertimento è sempre assicurato grazie ad un testo brillante, vario e ricco di imprevisti che funziona bene, riadattato da Silvio Giordani che ne ha curato anche la regia. Il cast, molto affiatato e raffinato, ha reso dinamica e coinvolgente la storia, ricca di veloci e continui cambi di scena arricchiti dalla loro capacità ed esperienza. Deliziosi infine i costumi. Stupendo quello da cerimonia indossato da Federica, sensuali quelli di Maria Cristina, raffinato quello da sposa di Camilla, sobri ed eleganti quelli maschili. Apprezzabile la scenografia e i brillanti colori usati per farla risaltare. Luci e musiche fanno il resto. Foto e commenti su: https://www.facebook.com/share/p/1HMSioSfBL/ Rappresaglie in interni borghesi con tradimenti e figli del peccato scritto da Daniele Poto RUMOR(S)CENA- ROMA - Conflitti matrimoniale al’interno di una coppia borghese. L’accensione del conflitto non è teatralmente nuova ma sempre funzionalmente efficace. La destabilizzazione avviene in coincidenza del matrimonio della giovane figlia in dotazione a una coppia: un classico. L’uomo fedifrago è sempre ingenuo. Arriva con disinvoltura a invitare una giovane amante come ospite al costoso matrimonio della figlia. Ma la consorte è vigile. Già da tempo gli ha messo un investigatore privato alle calcagna, perlomeno così millanta. Così ha la prova visiva della sua relazione e può inchiodarlo alla sbarra in una sorta di processo interno, preludio al regolamento di conti. Perché le immagini lo ritraggono mentre balla languidamente con l’amante. La miccia innesca una commedia raffinata che certo non si fa mancare inesausti colpi di scena. Lo schema dell’uomo peccatore e della donna teatro immancabilmente fa teatro, come Feydeau insegna. I diritti di Rappresaglie sono stati acquistati per l’Italia sulla scia di un grande successo francese. Il testo di Eric Assous si è avvalso del contributo di grandi attori come Michel Sardou e Marie-Anne Chazel. E’ bastato solo qualche piccolo adattamento linguistico per traslare il plot in Italia stante la contiguità dei due mondi, quello nostrano e quello transalpino. Piccole speculazioni e ispirazioni musicali con le intromissioni non casuali di Vasco Rossi, Claudio Baglioni e persino di Al Bano nel finale a sorpresa. Importante soprattutto il primo, dedizione galeotta della protagonista Rosaria, sua fan giovanile, innesco della rappresaglia che è una bugia dalla potenza acuminata. Non vorremo spoilerare troppo quello che avviene in circa due ore di spettacolo e due tempi. Ovvio che si proponga un matrimonio di cartapesta fatto di bugie. Ma c’è una capacità di recupero che è legato alla costanza, a un affetto che non è più passione, alla cornice di rapporti familiari precedentemente creati. Il tutto propedeutico per un happy end non stiracchiato. segue recensione su https://www.rumorscena.com/08/04/2025/rappresaglie-in-interni-borghesi-con-tradimenti-e-figli-del-peccato Rappresaglie Roma, Teatro Manzoni, dal 3 al 20 aprile 2025 scritto da Valeria Lupidi Dopo i successi francesi arriva in Italia, al Teatro Manzoni di Roma, l'esilarante commedia "Rappresaglie" di Éric Assous, un concentrato divertente di intrighi e tradimenti familiari. La trama si snoda attorno ad una matura coppia: Franco (interpretato da Massimo Giuliani) e Rosaria (Federica Cifola) che dopo la festa di matrimonio della loro giovane figlia, inizia un serrato confronto sui loro trascorsi trent’anni di matrimonio, facendo emergere bugie e sotterfugi che lo hanno caratterizzato. La venuta a galla di rancori e espedienti il via ad una serie di avvenimenti inaspettati ed impensabili, riservando clamorosi colpi di scena che alternano, sapientemente, momenti di tensione a folate di umorismo sottile e, a volte, leggermente sarcastico. La commedia, già proposta in Francia con Michel Sardou e Marie-Anne Chazel nel ruolo dei protagonisti, riesce a mescolare con intelligente ironia, riflessioni sulle complesse dinamiche di coppia ed anche se l’argomento “problematiche matrimoniali” è certamente molto sfruttato nei testi teatrali, “Rappresaglie” offre spunti originali, spingendosi oltre la consueta critica del ménage matrimoniale, inserendo riferimenti sulla paternità (biologica o legale), l’omosessualità, il bisogno di maternità assolutamente da soddisfare. Come ricorda il regista Silvio Giordani, "Le personalità dei personaggi sono perfettamente strutturate da Assous", ed in grado di donare alla commedia un ritmo incalzante nel quale le pungenti battute, assolutamente ben gestite nella tempistica dagli attori, si incastrano con le sorprese e con l’intrigante narrazione della storia. Di livello la performance dei due protagonisti ai quali si affianca una simpatica Maria Cristina Gionta con la caratterizzazione di ben tre personaggi. Spettacolo adatto al pubblico di ogni età, divertente e giocoso: uno spaccato di vita familiare neanche poi tanto distante dalla realtà! Recensione tratta da : https://www.artistsandbands.org/… “RAPPRESAGLIE”, DI ERIC ASSOUS AL TEATRO MANZONI, STREPITOSI MASSIMO GIULIANI E FEDERICA CIFOLA scritto da SALVATORE SCIRE' In questo ultimo scorcio di stagione, il vasto panorama teatrale romano ci sta regalando alcuni spettacoli di grande qualità, sia per lo spessore dei testi, (che non si limitano semplicemente a “far ridere” ma trasmettono anche qualche messaggio importante, inducendo alla riflessione sulle vicende narrate, che poi sono quelle in cui molti di noi possono rivedersi o riconoscersi), sia per il livello e la bravura degli attori e del regista che ne ha curato la messa in scena. Di questi, un prezioso esempio è in scena fino al 20 aprile al Teatro Manzoni di Roma: si tratta di “Rappresaglie”, una deliziosa commedia di Eric Assous, autore e regista francese di origini tunisine: un lavoro che si inquadra magnificamente nel contesto del teatro brillante contemporaneo di Oltralpe. La storia ci racconta una vicenda sicuramente paradossale, ai limiti della probabilità (in senso statistico!), ma certamente plausibile e possibile pure nella realtà quotidiana. Anche perché, di casi del genere o abbastanza simili, se ne sono sentiti diversi....!). Franco (Massimo Giuliani) e Rosaria (Federica Cifola) si ritrovano soli e stanchi nella camera dell’albergo subito dopo la conclusione della festa di matrimonio della loro giovane figlia Albachiara (Camilla Pujia). E proprio a questo punto cominciano i nervosismi e le scenate di gelosia: Rosaria, infatti, rimprovera il marito di averla trascurata durante tutta la serata, dedicando invece tutte le sue attenzioni a una bionda misteriosa di cui nessuno conosce l’identità: forse un’imbucata? Franco nega pure l’evidenza delle foto e dei video, ma di fronte alla minaccia di un inatteso divorzio, accetta di convocare nella loro suite questa sua “presunta e ipotetica” amante per troncare con lei ogni rapporto, alla presenza della moglie. segue recensione su https://www.globalpress.it/….
diretto da Pietro Longhi e Daniela Petruzzi
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Gaia de Laurentiis - Pietro Longhi in DIAMOCI DEL TU di Norm Foster - Regia Enrico Maria Lamanna Un asettico rapporto di lavoro pluriennale diventa sorprendentemente una spassosa, arguta e scintillante relazione. Come un fiore sbocciato al momento giusto, la storia tra un burbero e scontroso datore di lavoro e la sua ineffabile collaboratrice ci offre lo spunto per una commedia deliziosa che cancella di colpo la ruggine di un lungo regime di incomunicabilità. Ed il nuovo, improvviso scoprirsi riscatta sia lui che lei da anni di solitudine prendendo molto presto una piega briosa e brillante. Alle volte l’amore, come il paradiso…può attendere, ma al momento opportuno sa sempre come coinvolgere il nostro cuore.
RocIo Munoz Morales PIETRO LONGHI in IL CAPPOTTO DI JANIS di Alain Teulié Regia Enrico Maria Lamanna Un incontro tra due persone semplici che non sarebbe mai potuto avvenire. Mila, una vivace e giovane donna, particolare e impertinente dall’abbigliamento eccentrico e Joseph uno scrittore solitario che vive in un appartamento pieno di scatoloni. Tramite un annuncio Joseph assume Mila a cui assegna una missione misteriosa e delicata ma pian piano verranno allo scoperto i segreti che legano questa improbabile coppia a cui tutto sembra opporsi. Emozione e suspense fino all’epilogo. Scene: Alessandro Chiti Musiche: Bungaro
SERGIO MUNIZ - MIRIAM MESTURINO CRISTINA CHINAGLIA - SEBASTIANO GAVASSO in LAPPONIA Una commedia magica tra verità e bugie di Marc Angelet e Cristina Clemente Versione italiana di Pino Tierno Regia Ferdinando Ceriani Finlandia, tanta neve e una domanda campale: Babbo Natale… esiste? Monica, Fabio e il loro figlio Giuliano sono andati in Lapponia per trascorrere le vacanze di Natale con la sorella di Monica, Silvia, il suo compagno finlandese Olavi e la loro figlia di quattro anni Aina. Tutto sembra filare liscio fino a quando Ania rivela a Giuliano che Babbo Natale non esiste, è una bugia inventata dai genitori per costringere i bambini a comportarsi bene. Eccola la miccia che trasformerà un’idilliaca serata di festa ai confini del circolo polare artico in un campo di battaglia al tempo stesso esilarante e feroce in cui vedremo sgretolarsi a poco a poco le maschere di benevolenza, tolleranza e buona creanza dei quattro protagonisti. È giusto dire sempre la verità? Le bugie sono così cattive? Bisogna svelare il trucco o è meglio lasciare spazio all’illusione e alla magia? Sono queste le domande che metteranno in crisi il modo di allevare i figli, le tradizioni, i valori famigliari e culturali delle due coppie fino a portarle a svelare segreti e desideri inconfessabili. Lapponia è una commedia dallo humour corrosivo e graffiante che farà riflettere e ridere lo spettatore porgendogli uno specchio deformante nel quale scoprirà qualcosa che lo riguarda molto da vicino. Una commedia campione di incassi e di risate in Spagna e in America finalmente giunta anche in Italia! Ferdinando Ceriani
Gabriella Silvestri - Matteo Vacca in LA STELLA DI SAN LORENZO di Gianni Clementi Regia Matteo Vacca Roma, 19 luglio 1943, quartiere S. Lorenzo. Un aitante parroco ed un’avvenente fedele durante una “confessione”, restano illesi durante uno dei bombardamenti più tragici nella storia della Capitale… L’aver consumato il frutto proibito li costringerà a passare lunghi giorni sotto le macerie. Qui le loro anime, e non solo, si avvicineranno portando Don Nicola e Sora Agnese a riflettere sulla condizione umana, in un confronto continuo in cui gli occhi dell’altro rappresentano lo specchio in cui cercare la propria verità. Sotto tonnellate di macerie, alla mercé di fame e sete, saltano tutti gli schemi che la società “in superficie” impone. Tutto questo genera una serie di fraintendimenti, maliziosi equivoci e situazioni grottesche che i due personaggi saranno costretti ad affrontare nel tentativo di salvare, se non le loro anime, almeno i loro corpi.
Ramona Gargano - Andrea Bizzarri - Giuseppe Abramo in L’AMORE CI VEDE DOPPIO di Andrea Bizzarri Regia Andrea Bizzarri scene di Sandro Ippolito produzione Centro Teatrale Artigiano in collaborazione con Readarto S.r.l. Quante possibilità ci sono che due persone che si incrociano per caso possano innamorarsi? Emma è una donna decisa, intraprendente, con una situazione sentimentale volutamente instabile, al suo quotidiano gin tonic post lavoro. Tommaso, assorbito in pieno dalle routine lavorativa, non sa come uscire da quel pantano che è la sua vita. Per qualche secondo si trovano allo stesso tavolino del bar. Poi, lui racimola le sue cose e, mentre fa per andare, un pensiero gli nasce quasi per gioco: se adesso facesse il primo passo, e se lei ricambiasse, come sarebbe la sua vita con quella sconosciuta? Da qui inizia un viaggio funambolico fatto di approcci goffi, amici invadenti, matrimoni disastrosi, sognanti serate al karaoke, fino a scoprire che, magicamente, ciascuno ha donato qualcosa all’altro. Solo una cosa resta da scoprire: lui, quel passo, l'ha fatto veramente, o è rimasto soltanto un gioco? Una commedia romantica, dai tempi serrati e dal sapore squisitamente comico, per ridere di situazioni imprevedibili e riflettere su quella vita in più che tutti, una volta, abbiamo fantasticato di vivere.
RITA FORTE - PIETRO LONGHI in ROMA IERI ED OGGI - CANZONI E POESIE alla chitarra il Maestro Stefano Zaccagnini al pianoforte il Maestro Paolo Iurich Regia Silvio Giordani Una passeggiata tra canzoni e poesie per rendere omaggio alla più bella città del mondo. Un viaggio appassionante alla scoperta della tradizione romana in compagnia di Rita Forte e Pietro Longhi, per celebrare lo splendore della Capitale attraverso i suoi più grandi artisti. Roma è sempre stata musa di pittori, architetti, scultori, che vi hanno trovato ispirazione per i loro capolavori. Musica e poesia sono parte integrante della sua storia. I suoi canti popolari, le serenate, gli stornelli occupano un posto importante nella tradizione musicale italiana, così come la poesia con i suoi giganti, da Giuseppe Gioacchino Belli, Trilussa, Cesare Pascarella, Gigi Zanazzo a personaggi più vicini come Petrolini, Aldo Fabrizi, Alberto Sordi, Anna Magnani, Gabriella Ferri e Monica Vitti. Incredibili artisti che hanno contribuito a rendere indimenticabile la grande tradizione romana.
TEATRO MARCONI - Roma - REGINE DI CARTONE: https://www.teatromarconi.it/spettacoli/897/stagione/REGINE-DI-CARTONE Con rispetto ed empatia “Regine di cartone” racconta quindi la storia di tre donne che hanno varcato quel limite oltre il quale si perde il rapporto con la società e si entra in una specie di limbo affettivo e sociale. Non si riconoscono più i presunti valori della nostra civiltà e questa è, in genere, la prima tappa del processo di scollamento. Spesso il primo gradino consiste in un trauma psicologico o sociale, poi può esserci la perdita o il danneggiamento di relazioni affettive significative. In altri casi sono la violenza subita o altre esperienze traumatiche a lasciare una delusione radicale nei confronti del mondo. Inizia, quindi una fuga vera e propria dalla società che finisce per comportare emarginazione e il soggetto più fragile si adatta psicologicamente al cambiamento alimentando le proprie convinzioni negative sugli altri e su stesso. Il famoso sociologo William Thomas della scuola di Chicago spiegò che “Se gli uomini definiscono certe situazioni come reali, esse diventano reali nelle loro conseguenze”. In altre parole non conta più il dato oggettivo degli avvenimenti ma “COME VENGONO PERCEPITI ED INTERPRETATI DAL SOGGETTO”.
“Regine di Cartone”. Il buio dentro. Quarta Parete Roma Al teatro Marconi di Roma si sono concluse le repliche di “Regine di Cartone”, testo di Marina Pizzi, regia di Silvio Giordani e tre interpreti eccezionali: Angiola Baggi , Mirella Mazzeranghi e Maria Cristina Gionta ….segue recensione sul sul sito: https://quartapareteroma.it/regine-di-cartone-il-buio-dentro/
“Regine di Cartone” - TEATRO MARCONI "Questa sorta di Trinità della strada ha qualcosa di poetico nella sua crudezza. Le anime che la compongono sembrano alla ricerca di qualcosa che in realtà paradossalmente già hanno. Sono già libere dai dettami della società che peraltro le rifiuta, non hanno più obblighi, ma soprattutto non devono sottostare più alle angherie di nessuno e chiaramente si capisce che, vivendo di stenti, sono diventate più forti" la sensibilità di Riccardo Massaro la restituisce nel suo Il 'Mio' Teatro, di Riccardo Massaro e su ViviRoma Grazie!!! Si ritorna stasera con "Regine di Cartone" e si vola fino a domenica 17 novembre. Un emozionante testo di Marina Pizzi Regia Silvio Giordani Con Maria Cristina Gionta Angiola Baggi e Mirella Mazzeranghi segue recensione e foto su: https://www.facebook.com/share/p/1BBYvwgH59/
Massimo Giuliani Federica Cifola in Rappresaglie di Eric Assous Regia Silvio Giordani Al termine della festa per il matrimonio della loro giovane figlia, Franco e Rosaria si ritrovano soli e stanchi nella camera d’albergo. Lei gli rimprovera di averla trascurata per tutta la sera a causa di una bionda che nessuno conosce. È la miccia che farà emergere pian piano una serie di tradimenti, cui faranno seguito rappresaglie dall’esito comicamente imprevedibile. Un dramma comico con battute intelligenti e raffinate, sorprese, colpi di scena e un graffio che non guasta mai nell’analizzare le dinamiche della vita di coppia. Sorprese e colpi di scena. 3 Aprile 2025 - 20 Aprile 2025
Melania Giglio e Martino Duane in ÉDITH PIAF - L’USIGNOLO NON CANTA PIÚ di Melania Giglio Regia Daniele Salvo Siamo nel 1960, nell’appartamento di Édith. Una serie di eventi si sono susseguiti nella vita di questa piccola donna: lutti, incidenti, amori, liti, solitudine, alcol, gioie, successi e canzoni. Tutto si è abbattuto sull’usignolo come un uragano. L’usignolo non canta più. L’artrite l’ha resa gobba, l’alcol e i medicinali l’hanno resa gonfia e senza capelli, i lutti hanno ferito la sua voglia di vivere. Ma improvvisamente qualcuno bussa alla sua porta e arriva a profanare questo “buio”. È Bruno Coquatrix, l’impresario dell’Olympia. Lo spettacolo ripercorre attraverso un testo inedito e mai rappresentato i giorni che precedettero la storica esibizione di Édith Piaf sul palco dell’Olympia, dalla fine del 1960 sino alla primavera del 1961. Questo racconto, arricchito da canzoni eseguite rigorosamente dal vivo (tra le altre L’accordéoniste, La vie en rose, Milord), vuole essere un omaggio a una delle voci più belle e strazianti della canzone moderna. Note di regia Scriveva B. Pasternak: «Il talento innato è una via che conduce al futuro. È un modello infantile dell’universo, di un universo fondato sin dalla tenera età nel nostro cuore, una specie di libro di testo per capire il mondo dal di dentro, dal suo lato migliore e più fulgido. Questo dono insegna l’onore e il coraggio, poiché rivela quale favolosa importanza abbia l’onore nel sentimento drammatico dell’esistenza. Un uomo di talento sa quanto si arricchisca la vita in una piena e giusta illuminazione e quanto perda nel buio. L’interesse personale gli impone di essere orgoglioso e di perseguire la verità. Questa posizione può significare nella vita anche la tragedia, ma questo ha un’importanza secondaria.» Édith Piaf portava in questa scintilla, questa meravigliosa fiamma inesauribile e dolorosa. Vogliamo ricordarla con semplicità e nitidezza. Non vogliamo imitarne le movenze o copiarne l’esteriorità. Tentiamo invece di avvicinarci alla sua anima con levità mozartiana, di raggiungere il centro del suo petto per evocare per un istante, con attenzione e rispetto, il suo incredibile talento. Oggi più che mai, in questi anni vuoti di impulsi e necessità, abbiamo bisogno del suo calore, della sua luce, della potenza della sua voce e del battito del suo piccolo cuore che ancora oggi, anche se non è più, batte instancabile. E quel suo piccolo cuore non si fermerà mai. Daniele Salvo
Teatro Erba Torino Domenica 16 marzo 2025 “Lei è bravissima e bellissima, lui è intenso ed ha un timbro vocale profondo e potente, che arriva dritto al cuore”: secondo Alessandra, venuta dalla lontana Imperia a Cairo Montenotte, proprio per assistere allo spettacolo, “è una coppia artistica molto azzeccata”, quella formata da Roçio Munoz Morales e Pietro Longhi. Sono loro i due protagonisti de “Il cappotto di Janis”: anche al teatro “Chebello” la commedia agrodolce del francese Alain Tourè è stata trionfalmente accolta dagli scroscianti, interminabili applausi del pubblico. “È così ogni sera, ovunque andiamo”, dicono con evidente soddisfazione Roçio e Pietro. E commenta Pierantonio, il marito di Alessandra: “Valeva la pena di fare la lunga trasferta, poiché la bellezza del teatro, come in questo caso, è un arricchimento”. Prodotto e distribuito da Mente Comica di Diego Ruiz - una garanzia - , diretto con mano sicura dal regista Enrico Maria Lamanna, tra i più apprezzati e prolifici del settore, con la funzionale scenografia (ancorché leggermente ridotta per adeguarla alle dimensioni del palcoscenico) di Alessandro Chiti, i costumi di Teresa Ocone e l’eccellente colonna sonora di Bungaro, “Il cappotto di Janis” ha una struttura da “giallo”, con una suspence in crescendo di sequenza in sequenza, sino al sorprendente finale. Rivela Silvio Eiraldi, che gestisce con competenza l’interessante stagione del Chebello: “Questo spettacolo avrebbe dovuto debuttare l’estate scorsa in prima nazionale in Liguria, al Festival di Borgio Verezzi. Ma dopo l’improvviso cambio di direzione artistica é stato cancellato dal cartellone". La trama. Mira, una giovane donna, vivace e impertinente, dall’abbigliamento eccentrico, viene convocata da Joseph, uno scrittore burbero e scontroso (egregiamente interpretato da Longhi, attore di solida carriera, che da oltre trent’anni gestisce il Manzoni di Roma), ridotto in carrozzella da un incidente d’auto, vive da solo in un grande alloggio. La ragazza é convinta di dovergli fare da badante, ma l’uomo le affida invece una missione delicata e misteriosa. Tra una bugia e l’altra, complice anche il cappotto di Janis Joplin, celebre cantautrice statunitense, poco alla volta affiorano i segreti che collegano la coppia, ma che è opportuno
non spoilerare per non guastare la sorpresa al pubblico. Ed é nell’ultima scena, che Roçio (già presentatrice del Festival di Sanremo, madrina del Festival del Cinema di Venezia e protagonista della serie tv “A un passo dal cielo”) rivela grandi doti drammatiche, accanto a quelle, ben note, di attrice brillante. “Da anni cercavo uno spettacolo teatrale che potesse davvero toccarmi nel profondo”, racconta Muñoz Morales, conosciuta anche come consorte di Raul Bova. E prosegue: “Quando ho letto il copione de Il Cappotto di Janis ho subito capito che era quello che stavo ricercando. È un testo scritto in modo brillante, complesso ma molto diretto. Credo sia uno spettacolo ricco, pieno di una bellezza che nasce anche dalla diversità di queste due persone che si trovano a vivere una situazione simile, ma che affrontano la vita in maniera totalmente differente. In realtà scopriremo che sono molto più legate e vicine di quanto esse stesse possano immaginare”. Dopo il felice esordio romano, la piéce è ora In tournée. E ben costruita e poggia su pilastri robusti, merita di essere vista da più spettatori possibile. E allora da qui, dalla riviera ligure, le viene rivolto l’augurio in voga tra i velisti: “buon vento“. Stefano Delfino
Dalla pagina Facebook: Il 'Mio' Teatro, di Riccardo Massaro Allegra e intricata commedia dal gusto retrò molto brillante e vivace, quella che coinvolge Massimo Giuliani (Franco) e Federica Cifola (Rosaria), protagonisti della storia. Con loro sul palco Camilla Puja (Albachiara), Luca Negroni (Vasco) e Maria Cristina Gionta nei panni di ben tre diversi personaggi femminili. Federica e Massimo sono i genitori della giovane Camilla, appena sposatasi e di cui è appena finito l’impegnativo ricevimento. Provati dalla giornata, si ritrovano nella costosissima stanza dell’albergo che ha ospitato l’evento. Si parte dunque subito con un divertente e movimentato battibecco per cose futili tra cui la taccagneria dell’uomo, poi ci si concentra su un aspetto che inviperisce giustamente la donna. Non solo il marito l’ha trascurata durante tutta la serata, ma ha dedicato particolari attenzioni ad una bella ed appariscente donna bionda che nessuno conosce e che nasconde un segreto, anzi, il segreto ormai in dirittura d’arrivo lo nasconde Franco. Già dalle prime battute si intuisce quanto i due artisti siano spigliati, credibili ed affiatati. In una manciata di secondi riescono subito a creare una situazione realistica di tensione familiare, presentandola in maniera fortemente ironica. Voci, sguardi, movenze ed espressioni marcano ogni scambio verbale tra i due, che divertono mostrando quale caratura artistica li muova. Con estrema disinvoltura giocano sfiorando continuamente il dramma. Due perfetti funamboli che non perdono mai l’equilibrio in questo percorso in due atti di un’ora e tre quarti che volano via piacevolmente. Lei, stanca delle mancanze del marito, spogliandosi con eleganza del suo fascino iniziale comincia a far trasparire sempre più il suo animo ferito e rinfacciando le scappatelle del marito, mostra di voler dare vita a delle rappresaglie. Massimo, di contro, ci appare sornione e dietro le meste apparenze un donnaiolo inveterato; dopo una serie di catastrofici tentativi di nascondere l’evidenza, comincia ad inciampare comicamente su una serie di malefatte che la pièce racconta attraverso una piacevole comicità. Messo alle strette, si trasforma in un cucciolo con la coda tra le gambe. Due belle e chiare trasformazioni che confermano la bravura di questi artisti. Ecco allora che un matrimonio apparentemente solido si sgretola progressivamente sotto gli occhi dello spettatore, che assiste all’ammissione di infedeltà di lui mentre cerca di smarcarsi tra goffe bugie, ritrattazioni e sotterfugi che finiscono per peggiorare la situazione facendo riemergere sia vecchi che nuovi tradimenti. Chissà, forse è il matrimonio della figlia che fa riflettere la donna, o forse la femme fatale con cui balla l’uomo rappresenta la fatidica goccia che fa traboccare il vaso e innesca il precipitare degli eventi, che finiranno per coinvolgere anche gli altri personaggi. Camilla si ritrova spiazzata. Appena sposata, dovrebbe godersi il momento, invece prima entra in crisi perché ha scoperto che l’uomo scelto ha un passato da donnaiolo, poi riceve il colpo di grazia vedendo i genitori in procinto di separarsi. Ecco che due diverse generazioni si ritrovano alle prese con gli stessi dubbi, timori, incertezze, ma anche tristi certezze. Camilla ha una voce molto caratteristica e personale che associa questa a particolari espressioni di perplessità per quanto le accade intorno e per quello in cui più avanti si troverà coinvolta. Risulta molto divertente questo suo smarrimento. Più avanti prenderà posizione e cambierà atteggiamento. Vedremo crescere il suo personaggio e adattarsi alle vicende. Nonostante la giovane età, l’attrice ha tutte le doti per interpretare questo ruolo, cambiando progressivamente approccio e trasformandosi da ragazza inesperta e smarrita a donna determinata e smaliziata. Una bella prestazione. Maria Cristina veste i panni di tre figure completamente diverse, ognuna con un suo dialetto, atteggiamento e carattere, che però hanno in comune la stessa frivolezza e leggerezza. Maria Cristina si trasforma camaleonticamente non solo grazie a parrucche e costumi che rendono irresistibili queste figure, tutte avvenenti e provocanti, ma soprattutto riesce a sottolineare la netta distinzione che le contraddistingue e a caratterizzarle tutte e tre. Quello che ho apprezzato è stata la sua attenzione nel rimarcare con cura analogie e differenze nelle fugaci ma determinanti apparizioni. Ultimo ad apparire in scena è Luca, grande amico di Federica, colui che cerca di salvare il matrimonio dei due grazie ad una confidenza. Quando Massimo e Luca si trovano soli in scena, recitano recuperando quel gusto retrò che contraddistingue la proposta e che con l’ingresso delle figure femminili si era attenuato. La commedia infatti mi ha ricordato quelle sullo schermo con le copie Vianello Mondaini oppure Rick - Gian, dove l'approccio teatrale dei più maturi artisti cozzava armonicamente con quello dei colleghi più giovani creando un delizioso mix tra vecchia e nuova scuola. Luca e Massimo, dopo questo scambio, si ritroveranno con le attrici e ci sarà un nuovo cambio di direzione. Questo piacevole altalenare non fa che rinvigorire la commedia, già di per ricca di colpi di scena che non rivelerò e che danno pepe alla storia, mai noiosa e sempre briosa dove tutti fanno i conti con i propri scheletri nell'armadio, ritrovandosi sempre più impelagati in situazioni imprevedibili e al limite del dramma. Vi troverete al cospetto di una lunga serie di battute divertenti intrise di comicità elegante e raffinata, che non disdegna qualche piccola impennata salace, mordace e pungente molto italiana. Così, con una forte ironia si affrontano tematiche come i difficili i rapporti matrimoniali, familiari e sentimentali. Tra questi spazi di riflessione, il divertimento è sempre assicurato grazie ad un testo brillante, vario e ricco di imprevisti che funziona bene, riadattato da Silvio Giordani che ne ha curato anche la regia. Il cast, molto affiatato e raffinato, ha reso dinamica e coinvolgente la storia, ricca di veloci e continui cambi di scena arricchiti dalla loro capacità ed esperienza. Deliziosi infine i costumi. Stupendo quello da cerimonia indossato da Federica, sensuali quelli di Maria Cristina, raffinato quello da sposa di Camilla, sobri ed eleganti quelli maschili. Apprezzabile la scenografia e i brillanti colori usati per farla risaltare. Luci e musiche fanno il resto. Foto e commenti su: https://www.facebook.com/share/p/1HMSioSfBL/ Rappresaglie in interni borghesi con tradimenti e figli del peccato scritto da Daniele Poto RUMOR(S)CENA- ROMA - Conflitti matrimoniale al’interno di una coppia borghese. L’accensione del conflitto non è teatralmente nuova ma sempre funzionalmente efficace. La destabilizzazione avviene in coincidenza del matrimonio della giovane figlia in dotazione a una coppia: un classico. L’uomo fedifrago è sempre ingenuo. Arriva con disinvoltura a invitare una giovane amante come ospite al costoso matrimonio della figlia. Ma la consorte è vigile. Già da tempo gli ha messo un investigatore privato alle calcagna, perlomeno così millanta. Così ha la prova visiva della sua relazione e può inchiodarlo alla sbarra in una sorta di processo interno, preludio al regolamento di conti. Perché le immagini lo ritraggono mentre balla languidamente con l’amante. La miccia innesca una commedia raffinata che certo non si fa mancare inesausti colpi di scena. Lo schema dell’uomo peccatore e della donna teatro immancabilmente fa teatro, come Feydeau insegna. I diritti di Rappresaglie sono stati acquistati per l’Italia sulla scia di un grande successo francese. Il testo di Eric Assous si è avvalso del contributo di grandi attori come Michel Sardou e Marie-Anne Chazel. E’ bastato solo qualche piccolo adattamento linguistico per traslare il plot in Italia stante la contiguità dei due mondi, quello nostrano e quello transalpino. Piccole speculazioni e ispirazioni musicali con le intromissioni non casuali di Vasco Rossi, Claudio Baglioni e persino di Al Bano nel finale a sorpresa. Importante soprattutto il primo, dedizione galeotta della protagonista Rosaria, sua fan giovanile, innesco della rappresaglia che è una bugia dalla potenza acuminata. Non vorremo spoilerare troppo quello che avviene in circa due ore di spettacolo e due tempi. Ovvio che si proponga un matrimonio di cartapesta fatto di bugie. Ma c’è una capacità di recupero che è legato alla costanza, a un affetto che non è più passione, alla cornice di rapporti familiari precedentemente creati. Il tutto propedeutico per un happy end non stiracchiato. segue recensione su https://www.rumorscena.com/08/04/2025/rappresaglie-in-interni-borghesi-con- tradimenti-e-figli-del-peccato Rappresaglie Roma, Teatro Manzoni, dal 3 al 20 aprile 2025 scritto da Valeria Lupidi Dopo i successi francesi arriva in Italia, al Teatro Manzoni di Roma, l'esilarante commedia "Rappresaglie" di Éric Assous, un concentrato divertente di intrighi e tradimenti familiari. La trama si snoda attorno ad una matura coppia: Franco (interpretato da Massimo Giuliani) e Rosaria (Federica Cifola) che dopo la festa di matrimonio della loro giovane figlia, inizia un serrato confronto sui loro trascorsi trent’anni di matrimonio, facendo emergere bugie e sotterfugi che lo hanno caratterizzato. La venuta a galla di rancori e espedienti il via ad una serie di avvenimenti inaspettati ed impensabili, riservando clamorosi colpi di scena che alternano, sapientemente, momenti di tensione a folate di umorismo sottile e, a volte, leggermente sarcastico. La commedia, già proposta in Francia con Michel Sardou e Marie-Anne Chazel nel ruolo dei protagonisti, riesce a mescolare con intelligente ironia, riflessioni sulle complesse dinamiche di coppia ed anche se l’argomento “problematiche matrimoniali” è certamente molto sfruttato nei testi teatrali, “Rappresaglie” offre spunti originali, spingendosi oltre la consueta critica del ménage matrimoniale, inserendo riferimenti sulla paternità (biologica o legale), l’omosessualità, il bisogno di maternità assolutamente da soddisfare. Come ricorda il regista Silvio Giordani, "Le personalità dei personaggi sono perfettamente strutturate da Assous", ed in grado di donare alla commedia un ritmo incalzante nel quale le pungenti battute, assolutamente ben gestite nella tempistica dagli attori, si incastrano con le sorprese e con l’intrigante narrazione della storia. Di livello la performance dei due protagonisti ai quali si affianca una simpatica Maria Cristina Gionta con la caratterizzazione di ben tre personaggi. Spettacolo adatto al pubblico di ogni età, divertente e giocoso: uno spaccato di vita familiare neanche poi tanto distante dalla realtà! Recensione tratta da : https://www.artistsandbands.org/… “RAPPRESAGLIE”, DI ERIC ASSOUS AL TEATRO MANZONI, STREPITOSI MASSIMO GIULIANI E FEDERICA CIFOLA scritto da SALVATORE SCIRE' In questo ultimo scorcio di stagione, il vasto panorama teatrale romano ci sta regalando alcuni spettacoli di grande qualità, sia per lo spessore dei testi, (che non si limitano semplicemente a “far ridere” ma trasmettono anche qualche messaggio importante, inducendo alla riflessione sulle vicende narrate, che poi sono quelle in cui molti di noi possono rivedersi o riconoscersi), sia per il livello e la bravura degli attori e del regista che ne ha curato la messa in scena. Di questi, un prezioso esempio è in scena fino al 20 aprile al Teatro Manzoni di Roma: si tratta di “Rappresaglie”, una deliziosa commedia di Eric Assous, autore e regista francese di origini tunisine: un lavoro che si inquadra magnificamente nel contesto del teatro brillante contemporaneo di Oltralpe. La storia ci racconta una vicenda sicuramente paradossale, ai limiti della probabilità (in senso statistico!), ma certamente plausibile e possibile pure nella realtà quotidiana. Anche perché, di casi del genere o abbastanza simili, se ne sono sentiti diversi....!). Franco (Massimo Giuliani) e Rosaria (Federica Cifola) si ritrovano soli e stanchi nella camera dell’albergo subito dopo la conclusione della festa di matrimonio della loro giovane figlia Albachiara (Camilla Pujia). E proprio a questo punto cominciano i nervosismi e le scenate di gelosia: Rosaria, infatti, rimprovera il marito di averla trascurata durante tutta la serata, dedicando invece tutte le sue attenzioni a una bionda misteriosa di cui nessuno conosce l’identità: forse un’imbucata? Franco nega pure l’evidenza delle foto e dei video, ma di fronte alla minaccia di un inatteso divorzio, accetta di convocare nella loro suite questa sua “presunta e ipotetica” amante per troncare con lei ogni rapporto, alla presenza della moglie. segue recensione su https://www.globalpress.it/….
Maria Cristina Gionta Adriano Evangelisti in FANNY di Rébecca Déraspe Regia Silvio Giordani Una commedia che ci racconta con delicatezza ed umorismo come l’immaginario delle donne riesca a mettere in crisi i modelli e i luoghi comuni. Fanny e Dario, cinquantenni, sono una coppia solida e innamorata; tuttavia nella loro vita manca qualcosa e decidono di affittare una stanza ad Alice, giovane studentessa di filosofia. Le idee di Alice scuoteranno il mondo apparentemente stabile di Fanny e la donna, dapprima disorientata, inizierà a ridisegnare i contorni della propria esistenza, fino a cambiare completamente il suo modo di stare al mondo.
Fanny: la commedia su chi ha il coraggio di provare a cambiare le cose. Annalisa Civitelli Stagione 2024|2025 donne, Fanny, femminicidio, impegno civile, rosso, teatro, teatro Tor Bella Monaca Al teatro Tor Bella Monaca di Roma, dal 14 al 16 marzo, è andato in scena ‘Fanny’, spettacolo scritto da Rébecca Déraspe e diretto da Silvio Giordani. La commedia si concentra su tematiche attuali, la parità di genere e l’impegno civile, sia mettendo due mondi a confronto, quello giovanile e di mezza età, sia creando un’intersezione generazionale facendoli avvicinare grazie a un cambio di prospettiva Al teatro di Tor Bella Monaca di Roma , dal 14 al 16 marzo, è andata in scena la delicata commedia ‘Fanny’ dell’autrice canadese Rébecca Déraspe . Una pièce che parla di parità di genere e di impegno civile, esplorando il complesso e variegato universo femminile, sempre pronto a mettersi in discussione e ad aprirsi al mondo. Il nome francese della protagonista che, in italiano, corrisponde a Francesca, pare calzarle a pennello per l’eleganza, il fine umorismo e la delicatezza del personaggio, ben interpretato da Maria Cristina Gionta, che vive un rapporto solido con il marito Dario, ruolo rappresentato da Adriano Evangelisti. I due cinquantenni sembrano amarsi, tuttavia la loro è una coppia grigia, come gli abiti che indossano. Vivono infatti fuori dal mondo, chiusi nella loro comfort zone, senza grandi problemi e senza alcun vero stimolo. In pratica, galleggiano come i pesci del loro acquario. Tuffarsi nella vita non è un’alternativa per loro, almeno fino a quando non entra nella loro casa Alice, una giovane studentessa di filosofia alla quale hanno deciso di affittare una camera, di cui Camilla Pujia veste i panni. Segue recensione su: https://www.brainstormingculturale.it/fanny/
https://www.facebook.com/story.php?story_ fbid=10227736459453784&id=1137181784& rdid=kPJguZg9CqLGRFZp# «FANNY», LA NECESSARIA INTERSEZIONALITA’ Di Veronica Meddi Al Teatro Tor Bella Monaca dal 14 al 16 marzo 2025 è andato in scena lo spettacolo FANNY di Rebecca Déraspe, con Maria Cristina Gionta e Adriano Evangelisti e con Camilla Pujia, Francesco Nuzzi, Angela Accarino, Anita Farina, Carmine Cacciolla, Alessandro Chiodini, Flavia Ferri, Nicole Desiderioscioli, Chiara Iaccarino, Chiara Silano, per la regia di Silvio Giordani, scene di Mario Amodio, costumi di Lucia Mariani, disegno luci di Marco Macrini. Foto Tommaso Le Pera.
Fanny e Dario si presentano al pubblico nel loro appartamento in uno stato di ansiolitica attesa, l’ospite a cui hanno affittato una stanza di casa è «in ritardo di un quarto d’ora», un tempo troppo breve per agitarsi, troppo lungo se è il motivo per cui le loro vite verranno sconvolte. Intanto, per allentare la tensione per quella che sarà la strategica mossa di un deus ex machina in grado di cambiare l’ordine degli addendi e il risultato, brindano e per confermare il loro solido rapporto – che intuiscono possa venir leso in qualche modo – ripetono la parola magica del «Ti amo». Segue recensione su: https://www.meddimagazine.info/IT/TeatroRecensioni/8706/%c2%abFANNY%c2%bb_LA_NECESSA RIA_INTERSEZIONALITA%e2%80%99?fbclid=IwY2xjawJPwHdleHRuA2FlbQIxMQABHea6ZDvFOKArky 8mbxsVbYIAjsSgXkcVMWC7HZvcp2b1A9qSv9N4hzT8sA_aem_E4KlUhC4z9TcoKuJgt8A8g