diretto da Pietro Longhi e Daniela Petruzzi
Centro Teatrale Artigiano
Sede Fiscale: Via Monte Zebio 14/c 00195 Roma
Partita Iva e Codice Fiscale: 13195511004
SteveR
Gaia de Laurentiis - Pietro Longhi
in
“
DIAMOCI DEL TU
”
di Norm Foster - Regia Enrico Maria Lamanna
Un
asettico
rapporto
di
lavoro
pluriennale
diventa
sorprendentemente
una
spassosa,
arguta
e
scintillante
relazione.
Come
un
fiore
sbocciato
al
momento
giusto,
la
storia
tra
un
burbero
e
scontroso
datore
di
lavoro
e
la
sua
ineffabile
collaboratrice
ci
offre
lo
spunto
per
una
commedia
deliziosa
che
cancella
di
colpo
la
ruggine
di
un
lungo
regime
di
incomunicabilità.
Ed
il
nuovo,
improvviso
scoprirsi
riscatta
sia
lui
che
lei
da
anni
di
solitudine
prendendo
molto
presto
una
piega
briosa
e
brillante.
Alle
volte
l’amore,
come
il
paradiso…può
attendere,
ma
al
momento
opportuno
sa
sempre
come
coinvolgere il nostro cuore.
RocIo Munoz Morales
PIETRO LONGHI
in
“
IL CAPPOTTO DI JANIS
”
di Alain Teulié
Regia Enrico Maria Lamanna
Un
incontro
tra
due
persone
semplici
che
non sarebbe mai potuto avvenire.
Mila,
una
vivace
e
giovane
donna,
particolare
e
impertinente
dall’abbigliamento
eccentrico
e
Joseph
uno
scrittore
solitario
che
vive
in
un
appartamento
pieno
di
scatoloni.
Tramite
un
annuncio
Joseph
assume
Mila
a
cui
assegna
una
missione
misteriosa
e
delicata
ma
pian
piano
verranno
allo
scoperto
i
segreti
che
legano
questa
improbabile
coppia
a
cui
tutto
sembra
opporsi.
Emozione e suspense fino all’epilogo.
Scene: Alessandro Chiti
Musiche: Bungaro
SERGIO MUNIZ - MIRIAM MESTURINO
CRISTINA CHINAGLIA - SEBASTIANO GAVASSO
in
“
LAPPONIA
”
Una commedia magica tra verità e bugie
di Marc Angelet e Cristina Clemente
Versione italiana di Pino Tierno
Regia Ferdinando Ceriani
Finlandia,
tanta
neve
e
una
domanda
campale:
Babbo
Natale…
esiste?
Monica,
Fabio
e
il
loro
figlio
Giuliano
sono
andati
in
Lapponia
per
trascorrere
le
vacanze
di
Natale
con
la
sorella
di
Monica,
Silvia,
il
suo
compagno
finlandese
Olavi
e
la
loro
figlia
di
quattro
anni
Aina.
Tutto
sembra
filare
liscio
fino
a
quando
Ania
rivela
a
Giuliano
che
Babbo
Natale
non
esiste,
è
una
bugia
inventata
dai
genitori
per
costringere
i
bambini
a
comportarsi
bene.
Eccola
la
miccia
che
trasformerà
un’idilliaca
serata
di
festa
ai
confini
del
circolo
polare
artico
in
un
campo
di
battaglia
al
tempo
stesso
esilarante
e
feroce
in
cui
vedremo
sgretolarsi
a
poco
a
poco
le
maschere
di
benevolenza,
tolleranza
e
buona
creanza
dei
quattro
protagonisti.
È
giusto
dire
sempre
la
verità?
Le
bugie
sono
così
cattive?
Bisogna
svelare
il
trucco
o
è
meglio
lasciare
spazio
all’illusione
e
alla
magia?
Sono
queste
le
domande
che
metteranno
in
crisi
il
modo
di
allevare
i
figli,
le
tradizioni,
i
valori
famigliari
e
culturali
delle
due
coppie
fino
a
portarle
a
svelare segreti e desideri inconfessabili.
Lapponia
è
una
commedia
dallo
humour
corrosivo
e
graffiante
che
farà
riflettere
e
ridere
lo
spettatore
porgendogli uno specchio deformante nel quale scoprirà qualcosa che lo riguarda molto da vicino.
Una
commedia
campione
di
incassi
e
di
risate
in
Spagna
e
in
America
finalmente
giunta
anche
in
Italia!
Ferdinando Ceriani
Gabriella Silvestri - Matteo Vacca
in
“
LA STELLA DI SAN LORENZO
”
di Gianni Clementi
Regia Matteo Vacca
Roma,
19
luglio
1943,
quartiere
S.
Lorenzo.
Un
aitante
parroco
ed
un’avvenente
fedele
durante
una
“confessione”,
restano
illesi
durante
uno
dei
bombardamenti
più
tragici
nella
storia
della
Capitale…
L’aver
consumato
il
frutto
proibito
li
costringerà
a
passare
lunghi
giorni
sotto
le
macerie.
Qui
le
loro
anime,
e
non
solo,
si
avvicineranno
portando
Don
Nicola
e
Sora
Agnese
a
riflettere
sulla
condizione
umana,
in
un
confronto
continuo
in
cui
gli
occhi
dell’altro
rappresentano
lo
specchio
in
cui
cercare
la
propria
verità.
Sotto
tonnellate
di
macerie,
alla
mercé
di
fame
e
sete,
saltano
tutti
gli
schemi
che
la
società
“in
superficie”
impone.
Tutto
questo
genera
una
serie
di
fraintendimenti,
maliziosi
equivoci
e
situazioni
grottesche
che
i
due
personaggi
saranno
costretti
ad
affrontare
nel
tentativo
di
salvare,
se
non le loro anime, almeno i loro corpi.
Ramona Gargano - Andrea Bizzarri - Giuseppe Abramo
in
“
L’AMORE CI VEDE DOPPIO
”
di Andrea Bizzarri
Regia Andrea Bizzarri
scene di Sandro Ippolito
produzione Centro Teatrale Artigiano in collaborazione con Readarto S.r.l.
Quante possibilità ci sono che due persone che si incrociano per caso possano innamorarsi?
Emma
è
una
donna
decisa,
intraprendente,
con
una
situazione
sentimentale
volutamente
instabile,
al
suo
quotidiano
gin
tonic
post
lavoro.
Tommaso,
assorbito
in
pieno
dalle
routine
lavorativa,
non
sa
come
uscire
da
quel
pantano
che
è
la
sua
vita.
Per
qualche
secondo
si
trovano
allo
stesso
tavolino
del
bar.
Poi,
lui
racimola
le
sue
cose
e,
mentre
fa
per
andare,
un
pensiero
gli
nasce
quasi
per
gioco:
se
adesso
facesse
il
primo
passo,
e
se
lei
ricambiasse,
come
sarebbe
la
sua
vita
con
quella
sconosciuta?
Da
qui
inizia
un
viaggio
funambolico
fatto
di
approcci
goffi,
amici
invadenti,
matrimoni
disastrosi,
sognanti
serate
al
karaoke,
fino
a
scoprire
che,
magicamente,
ciascuno
ha
donato
qualcosa
all’altro.
Solo
una
cosa
resta
da
scoprire:
lui,
quel
passo,
l'ha
fatto
veramente,
o
è
rimasto
soltanto un gioco?
Una
commedia
romantica,
dai
tempi
serrati
e
dal
sapore
squisitamente
comico,
per
ridere
di
situazioni
imprevedibili
e
riflettere
su
quella
vita
in
più
che
tutti,
una
volta,
abbiamo
fantasticato
di
vivere.
RITA FORTE - PIETRO LONGHI
in
“
ROMA IERI ED OGGI - CANZONI E POESIE
”
alla chitarra il Maestro Stefano Zaccagnini
al pianoforte il Maestro Paolo Iurich
Regia Silvio Giordani
Una
passeggiata
tra
canzoni
e
poesie
per
rendere
omaggio
alla
più
bella
città
del
mondo.
Un
viaggio
appassionante
alla
scoperta
della
tradizione
romana
in
compagnia
di
Rita
Forte
e
Pietro
Longhi,
per
celebrare lo splendore della Capitale attraverso i suoi più grandi artisti.
Roma
è
sempre
stata
musa
di
pittori,
architetti,
scultori,
che
vi
hanno
trovato
ispirazione
per
i
loro
capolavori.
Musica
e
poesia
sono
parte
integrante
della
sua
storia.
I
suoi
canti
popolari,
le
serenate,
gli
stornelli
occupano
un
posto
importante
nella
tradizione
musicale
italiana,
così
come
la
poesia
con
i
suoi
giganti,
da
Giuseppe
Gioacchino
Belli,
Trilussa,
Cesare
Pascarella,
Gigi
Zanazzo
a
personaggi
più
vicini
come
Petrolini,
Aldo
Fabrizi,
Alberto
Sordi,
Anna
Magnani,
Gabriella
Ferri
e
Monica
Vitti.
Incredibili artisti che hanno contribuito a rendere indimenticabile la grande tradizione romana.
TEATRO MARCONI - Roma - REGINE DI CARTONE:
https://www.teatromarconi.it/spettacoli/897/stagione/REGINE-DI-CARTONE
Con
rispetto
ed
empatia
“Regine
di
cartone”
racconta
quindi
la
storia
di
tre
donne
che
hanno
varcato
quel
limite
oltre
il
quale
si
perde
il
rapporto
con
la
società
e
si
entra
in
una
specie
di
limbo
affettivo
e
sociale.
Non
si
riconoscono
più
i
presunti
valori
della
nostra
civiltà
e
questa
è,
in
genere,
la
prima
tappa
del
processo
di
scollamento.
Spesso
il
primo
gradino
consiste
in
un
trauma
psicologico
o
sociale,
poi
può
esserci
la
perdita
o
il
danneggiamento
di
relazioni
affettive
significative.
In
altri
casi
sono
la
violenza
subita
o
altre
esperienze
traumatiche
a
lasciare
una
delusione
radicale
nei
confronti
del
mondo.
Inizia,
quindi
una
fuga
vera
e
propria
dalla
società
che
finisce
per
comportare
emarginazione
e
il
soggetto
più
fragile
si
adatta
psicologicamente
al
cambiamento
alimentando
le
proprie
convinzioni
negative
sugli
altri
e
su
sé
stesso.
Il
famoso
sociologo
William
Thomas
della
scuola
di
Chicago
spiegò
che
“Se
gli
uomini
definiscono
certe
situazioni
come
reali,
esse
diventano
reali
nelle
loro
conseguenze”.
In
altre
parole
non
conta
più
il
dato
oggettivo
degli
avvenimenti
ma
“COME
VENGONO PERCEPITI ED INTERPRETATI DAL SOGGETTO”.
“Regine di Cartone”. Il buio dentro. Quarta Parete Roma
Al
teatro
Marconi
di
Roma
si
sono
concluse
le
repliche
di
“Regine
di
Cartone”,
testo
di
Marina
Pizzi,
regia
di
Silvio
Giordani
e
tre
interpreti
eccezionali:
Angiola
Baggi
,
Mirella
Mazzeranghi
e
Maria
Cristina
Gionta ….segue recensione sul sul sito:
https://quartapareteroma.it/regine-di-cartone-il-buio-dentro/
“Regine di Cartone” - TEATRO MARCONI
"Questa
sorta
di
Trinità
della
strada
ha
qualcosa
di
poetico
nella
sua
crudezza.
Le
anime
che
la
compongono
sembrano
alla
ricerca
di
qualcosa
che
in
realtà
paradossalmente
già
hanno.
Sono
già
libere
dai
dettami
della
società
che
peraltro
le
rifiuta,
non
hanno
più
obblighi,
ma
soprattutto
non
devono
sottostare
più
alle
angherie
di
nessuno
e
chiaramente
si
capisce
che,
vivendo
di
stenti,
sono
diventate
più
forti"
la
sensibilità
di
Riccardo
Massaro
la
restituisce
nel
suo
Il
'Mio'
Teatro,
di
Riccardo
Massaro e su ViviRoma
Grazie!!!
Si ritorna stasera con "Regine di Cartone" e si vola fino a domenica 17 novembre.
Un emozionante testo di Marina Pizzi
Regia Silvio Giordani
Con Maria Cristina Gionta Angiola Baggi e Mirella Mazzeranghi
segue recensione e foto su:
https://www.facebook.com/share/p/1BBYvwgH59/
Massimo Giuliani
Federica Cifola
in
“
Rappresaglie
”
di Eric Assous
Regia Silvio Giordani
Al
termine
della
festa
per
il
matrimonio
della
loro
giovane
figlia,
Franco
e
Rosaria
si
ritrovano
soli
e
stanchi
nella
camera
d’albergo.
Lei
gli
rimprovera
di
averla
trascurata
per
tutta
la
sera
a
causa
di
una
bionda
che
nessuno
conosce.
È
la
miccia
che
farà
emergere
pian
piano
una
serie
di
tradimenti,
cui
faranno
seguito
rappresaglie
dall’esito
comicamente
imprevedibile.
Un
dramma
comico
con
battute
intelligenti
e
raffinate,
sorprese,
colpi
di
scena
e
un
graffio
che
non
guasta
mai
nell’analizzare
le
dinamiche
della
vita
di coppia. Sorprese e colpi di scena.
3 Aprile 2025 - 20 Aprile 2025
Melania Giglio e Martino Duane
in
“
ÉDITH PIAF - L’USIGNOLO NON CANTA PIÚ
”
di Melania Giglio
Regia Daniele Salvo
Siamo nel 1960, nell’appartamento di Édith.
Una
serie
di
eventi
si
sono
susseguiti
nella
vita
di
questa
piccola
donna:
lutti,
incidenti,
amori,
liti,
solitudine,
alcol,
gioie,
successi
e
canzoni.
Tutto
si
è
abbattuto
sull’usignolo
come un uragano. L’usignolo non canta più.
L’artrite
l’ha
resa
gobba,
l’alcol
e
i
medicinali
l’hanno
resa
gonfia
e
senza
capelli,
i
lutti
hanno
ferito
la
sua
voglia
di
vivere.
Ma
improvvisamente
qualcuno
bussa
alla
sua
porta
e
arriva
a
profanare
questo
“buio”.
È
Bruno
Coquatrix,
l’impresario
dell’Olympia.
Lo
spettacolo
ripercorre
attraverso
un
testo
inedito
e
mai
rappresentato
i
giorni
che
precedettero
la
storica
esibizione
di
Édith
Piaf
sul
palco
dell’Olympia,
dalla
fine
del
1960
sino
alla
primavera
del
1961.
Questo
racconto,
arricchito
da
canzoni
eseguite
rigorosamente
dal
vivo
(tra
le
altre
L’accordéoniste,
La
vie
en
rose,
Milord),
vuole
essere
un
omaggio
a
una
delle
voci
più
belle
e
strazianti
della
canzone
moderna.
Note di regia
Scriveva
B.
Pasternak:
«Il
talento
innato
è
una
via
che
conduce
al
futuro.
È
un
modello
infantile
dell’universo,
di
un
universo
fondato
sin
dalla
tenera
età
nel
nostro
cuore,
una
specie
di
libro
di
testo
per
capire
il
mondo
dal
di
dentro,
dal
suo
lato
migliore
e
più
fulgido.
Questo
dono
insegna
l’onore
e
il
coraggio,
poiché
rivela
quale
favolosa
importanza
abbia
l’onore
nel
sentimento
drammatico
dell’esistenza.
Un
uomo
di
talento
sa
quanto
si
arricchisca
la
vita
in
una
piena
e
giusta
illuminazione
e
quanto
perda
nel
buio.
L’interesse
personale
gli
impone
di
essere
orgoglioso
e
di
perseguire
la
verità.
Questa
posizione
può
significare
nella
vita
anche
la
tragedia, ma questo ha un’importanza secondaria.»
Édith
Piaf
portava
in
sé
questa
scintilla,
questa
meravigliosa
fiamma
inesauribile
e
dolorosa.
Vogliamo
ricordarla
con
semplicità
e
nitidezza.
Non
vogliamo
imitarne
le
movenze
o
copiarne l’esteriorità.
Tentiamo
invece
di
avvicinarci
alla
sua
anima
con
levità
mozartiana,
di
raggiungere
il
centro
del
suo
petto
per
evocare
per
un
istante,
con
attenzione
e
rispetto,
il
suo
incredibile talento.
Oggi
più
che
mai,
in
questi
anni
vuoti
di
impulsi
e
necessità,
abbiamo
bisogno
del
suo
calore,
della
sua
luce,
della
potenza
della
sua
voce
e
del
battito
del
suo
piccolo
cuore
che
ancora oggi, anche se non è più, batte instancabile.
E quel suo piccolo cuore non si fermerà mai.
Daniele Salvo
Teatro Erba Torino
Domenica 16 marzo 2025
“Lei
è
bravissima
e
bellissima,
lui
è
intenso
ed
ha
un
timbro
vocale
profondo
e
potente,
che
arriva
dritto
al
cuore”:
secondo
Alessandra,
venuta
dalla
lontana
Imperia
a
Cairo
Montenotte,
proprio
per
assistere
allo
spettacolo,
“è
una
coppia
artistica
molto
azzeccata”,
quella
formata
da
Roçio
Munoz
Morales
e
Pietro
Longhi.
Sono
loro
i
due
protagonisti
de
“Il
cappotto
di
Janis”:
anche
al
teatro
“Chebello”
la
commedia
agrodolce
del
francese
Alain
Tourè
è
stata
trionfalmente
accolta
dagli
scroscianti,
interminabili
applausi
del
pubblico.
“È
così
ogni
sera,
ovunque
andiamo”,
dicono
con
evidente
soddisfazione
Roçio
e
Pietro.
E
commenta
Pierantonio,
il
marito
di
Alessandra:
“Valeva
la
pena
di
fare
la
lunga
trasferta,
poiché
la
bellezza
del
teatro,
come
in
questo
caso,
è
un arricchimento”.
Prodotto
e
distribuito
da
Mente
Comica
di
Diego
Ruiz
-
una
garanzia
-
,
diretto
con
mano
sicura
dal
regista
Enrico
Maria
Lamanna,
tra
i
più
apprezzati
e
prolifici
del
settore,
con
la
funzionale
scenografia
(ancorché
leggermente
ridotta
per
adeguarla
alle
dimensioni
del
palcoscenico)
di
Alessandro
Chiti,
i
costumi
di
Teresa
Ocone
e
l’eccellente
colonna
sonora
di
Bungaro,
“Il
cappotto
di
Janis”
ha
una
struttura
da
“giallo”,
con
una
suspence
in
crescendo
di
sequenza
in
sequenza,
sino
al
sorprendente
finale.
Rivela
Silvio
Eiraldi,
che
gestisce
con
competenza
l’interessante
stagione
del
Chebello:
“Questo
spettacolo
avrebbe
dovuto
debuttare
l’estate
scorsa
in
prima
nazionale
in
Liguria,
al
Festival
di
Borgio
Verezzi.
Ma
dopo
l’improvviso
cambio
di
direzione
artistica
é
stato
cancellato dal cartellone".
La
trama.
Mira,
una
giovane
donna,
vivace
e
impertinente,
dall’abbigliamento
eccentrico,
viene
convocata
da
Joseph,
uno
scrittore
burbero
e
scontroso
(egregiamente
interpretato
da
Longhi,
attore
di
solida
carriera,
che
da
oltre
trent’anni
gestisce
il
Manzoni
di
Roma),
ridotto
in
carrozzella
da
un
incidente
d’auto,
vive
da
solo
in
un
grande
alloggio.
La
ragazza
é
convinta
di
dovergli
fare
da
badante,
ma
l’uomo
le
affida
invece
una
missione
delicata
e
misteriosa.
Tra
una
bugia
e
l’altra,
complice
anche
il
cappotto
di
Janis
Joplin,
celebre
cantautrice
statunitense,
poco
alla
volta
affiorano
i
segreti che collegano la coppia, ma che è opportuno
non
spoilerare
per
non
guastare
la
sorpresa
al
pubblico.
Ed
é
nell’ultima
scena,
che
Roçio
(già
presentatrice
del
Festival
di
Sanremo,
madrina
del
Festival
del
Cinema
di
Venezia
e
protagonista
della
serie
tv
“A
un
passo
dal
cielo”)
rivela
grandi
doti
drammatiche,
accanto
a
quelle,
ben
note,
di
attrice
brillante.
“Da
anni
cercavo
uno
spettacolo
teatrale
che
potesse
davvero
toccarmi
nel
profondo”,
racconta
Muñoz
Morales,
conosciuta
anche
come
consorte
di
Raul
Bova.
E
prosegue:
“Quando
ho
letto
il
copione
de
Il
Cappotto
di
Janis
ho
subito
capito
che
era
quello
che
stavo
ricercando.
È
un
testo
scritto
in
modo
brillante,
complesso
ma
molto
diretto.
Credo
sia
uno
spettacolo
ricco,
pieno
di
una
bellezza
che
nasce
anche
dalla
diversità
di
queste
due
persone
che
si
trovano
a
vivere
una
situazione
simile,
ma
che
affrontano
la
vita
in
maniera
totalmente
differente.
In
realtà
scopriremo
che
sono
molto
più
legate
e
vicine
di
quanto
esse
stesse
possano
immaginare”.
Dopo
il
felice
esordio
romano,
la
piéce
è
ora
In
tournée.
E
‘
ben
costruita
e
poggia
su
pilastri
robusti,
merita
di
essere
vista
da
più
spettatori
possibile.
E allora da qui, dalla riviera ligure, le viene rivolto l’augurio in voga tra i velisti: “buon vento“.
Stefano Delfino
Dalla
pagina
Facebook:
Il
'Mio'
Teatro,
di
Riccardo
Massaro
Allegra
e
intricata
commedia
dal
gusto
retrò
molto
brillante
e
vivace,
quella
che
coinvolge
Massimo
Giuliani
(Franco)
e
Federica
Cifola (Rosaria), protagonisti della storia.
Con
loro
sul
palco
Camilla
Puja
(Albachiara),
Luca
Negroni
(Vasco)
e
Maria
Cristina
Gionta
nei
panni
di
ben
tre
diversi
personaggi femminili.
Federica
e
Massimo
sono
i
genitori
della
giovane
Camilla,
appena
sposatasi
e
di
cui
è
appena
finito
l’impegnativo
ricevimento.
Provati
dalla
giornata,
si
ritrovano
nella
costosissima
stanza
dell’albergo che ha ospitato l’evento.
Si
parte
dunque
subito
con
un
divertente
e
movimentato
battibecco
per
cose
futili
tra
cui
la
taccagneria
dell’uomo,
poi
ci
si
concentra
su
un
aspetto
che
inviperisce
giustamente
la
donna.
Non
solo
il
marito
l’ha
trascurata
durante
tutta
la
serata,
ma
ha
dedicato
particolari
attenzioni
ad
una
bella
ed
appariscente
donna
bionda
che
nessuno
conosce
e
che
nasconde
un
segreto,
anzi,
il
segreto
ormai
in
dirittura
d’arrivo
lo
nasconde Franco.
Già
dalle
prime
battute
si
intuisce
quanto
i
due
artisti
siano
spigliati,
credibili
ed
affiatati.
In
una
manciata
di
secondi
riescono
subito
a
creare
una
situazione
realistica
di
tensione
familiare,
presentandola in maniera fortemente ironica.
Voci,
sguardi,
movenze
ed
espressioni
marcano
ogni
scambio
verbale
tra
i
due,
che
divertono
mostrando
quale
caratura
artistica
li
muova.
Con
estrema
disinvoltura
giocano
sfiorando
continuamente
il
dramma.
Due
perfetti
funamboli
che
non
perdono
mai
l’equilibrio
in
questo
percorso
in due atti di un’ora e tre quarti che volano via piacevolmente.
Lei,
stanca
delle
mancanze
del
marito,
spogliandosi
con
eleganza
del
suo
fascino
iniziale
comincia
a
far
trasparire
sempre
più
il
suo
animo
ferito
e
rinfacciando
le
scappatelle
del
marito,
mostra
di
voler
dare
vita a delle rappresaglie.
Massimo,
di
contro,
ci
appare
sornione
e
dietro
le
meste
apparenze
un
donnaiolo
inveterato;
dopo
una
serie
di
catastrofici
tentativi
di
nascondere
l’evidenza,
comincia
ad
inciampare
comicamente
su
una
serie
di
malefatte
che
la
pièce
racconta
attraverso
una
piacevole
comicità.
Messo
alle
strette,
si
trasforma
in
un
cucciolo
con
la
coda
tra
le
gambe.
Due
belle
e
chiare
trasformazioni
che
confermano
la
bravura di questi artisti.
Ecco
allora
che
un
matrimonio
apparentemente
solido
si
sgretola
progressivamente
sotto
gli
occhi
dello
spettatore,
che
assiste
all’ammissione
di
infedeltà
di
lui
mentre
cerca
di
smarcarsi
tra
goffe
bugie,
ritrattazioni
e
sotterfugi
che
finiscono
per
peggiorare
la
situazione
facendo
riemergere
sia
vecchi
che
nuovi tradimenti.
Chissà,
forse
è
il
matrimonio
della
figlia
che
fa
riflettere
la
donna,
o
forse
la
femme
fatale
con
cui
balla
l’uomo
rappresenta
la
fatidica
goccia
che
fa
traboccare
il
vaso
e
innesca
il
precipitare
degli
eventi,
che
finiranno per coinvolgere anche gli altri personaggi.
Camilla
si
ritrova
spiazzata.
Appena
sposata,
dovrebbe
godersi
il
momento,
invece
prima
entra
in
crisi
perché
ha
scoperto
che
l’uomo
scelto
ha
un
passato
da
donnaiolo,
poi
riceve
il
colpo
di
grazia
vedendo
i
genitori in procinto di separarsi.
Ecco
che
due
diverse
generazioni
si
ritrovano
alle
prese
con
gli
stessi
dubbi,
timori,
incertezze,
ma
anche
tristi
certezze.
Camilla
ha
una
voce
molto
caratteristica
e
personale
che
associa
questa
a
particolari
espressioni
di
perplessità
per
quanto
le
accade
intorno
e
per
quello
in
cui
più
avanti
si
troverà
coinvolta.
Risulta
molto
divertente
questo
suo
smarrimento.
Più
avanti
prenderà
posizione
e
cambierà atteggiamento.
Vedremo
crescere
il
suo
personaggio
e
adattarsi
alle
vicende.
Nonostante
la
giovane
età,
l’attrice
ha
tutte
le
doti
per
interpretare
questo
ruolo,
cambiando
progressivamente
approccio
e
trasformandosi
da
ragazza inesperta e smarrita a donna determinata e smaliziata. Una bella prestazione.
Maria
Cristina
veste
i
panni
di
tre
figure
completamente
diverse,
ognuna
con
un
suo
dialetto,
atteggiamento
e
carattere,
che
però
hanno
in
comune
la
stessa
frivolezza
e
leggerezza.
Maria
Cristina
si
trasforma
camaleonticamente
non
solo
grazie
a
parrucche
e
costumi
che
rendono
irresistibili
queste
figure,
tutte
avvenenti
e
provocanti,
ma
soprattutto
riesce
a
sottolineare
la
netta
distinzione
che
le
contraddistingue e a caratterizzarle tutte e tre.
Quello
che
ho
apprezzato
è
stata
la
sua
attenzione
nel
rimarcare
con
cura
analogie
e
differenze
nelle
fugaci ma determinanti apparizioni.
Ultimo
ad
apparire
in
scena
è
Luca,
grande
amico
di
Federica,
colui
che
cerca
di
salvare
il
matrimonio
dei
due
grazie
ad
una
confidenza.
Quando
Massimo
e
Luca
si
trovano
soli
in
scena,
recitano
recuperando
quel
gusto
retrò
che
contraddistingue
la
proposta
e
che
con
l’ingresso
delle
figure
femminili
si
era
attenuato.
La
commedia
infatti
mi
ha
ricordato
quelle
sullo
schermo
con
le
copie
Vianello
–
Mondaini
oppure
Rick
-
Gian,
dove
l'approccio
teatrale
dei
più
maturi
artisti
cozzava
armonicamente con quello dei colleghi più giovani creando un delizioso mix tra vecchia e nuova scuola.
Luca
e
Massimo,
dopo
questo
scambio,
si
ritroveranno
con
le
attrici
e
ci
sarà
un
nuovo
cambio
di
direzione.
Questo
piacevole
altalenare
non
fa
che
rinvigorire
la
commedia,
già
di
per
sé
ricca
di
colpi
di
scena
che
non
rivelerò
e
che
danno
pepe
alla
storia,
mai
noiosa
e
sempre
briosa
dove
tutti
fanno
i
conti
con
i
propri
scheletri
nell'armadio,
ritrovandosi
sempre
più
impelagati
in
situazioni
imprevedibili
e
al
limite del dramma.
Vi
troverete
al
cospetto
di
una
lunga
serie
di
battute
divertenti
intrise
di
comicità
elegante
e
raffinata,
che
non
disdegna
qualche
piccola
impennata
salace,
mordace
e
pungente
molto
italiana.
Così,
con
una
forte ironia si affrontano tematiche come i difficili i rapporti matrimoniali, familiari e sentimentali.
Tra
questi
spazi
di
riflessione,
il
divertimento
è
sempre
assicurato
grazie
ad
un
testo
brillante,
vario
e
ricco
di
imprevisti
che
funziona
bene,
riadattato
da
Silvio
Giordani
che
ne
ha
curato
anche
la
regia.
Il
cast,
molto
affiatato
e
raffinato,
ha
reso
dinamica
e
coinvolgente
la
storia,
ricca
di
veloci
e
continui
cambi di scena arricchiti dalla loro capacità ed esperienza.
Deliziosi
infine
i
costumi.
Stupendo
quello
da
cerimonia
indossato
da
Federica,
sensuali
quelli
di
Maria
Cristina,
raffinato
quello
da
sposa
di
Camilla,
sobri
ed
eleganti
quelli
maschili.
Apprezzabile
la
scenografia e i brillanti colori usati per farla risaltare. Luci e musiche fanno il resto.
Foto e commenti su:
https://www.facebook.com/share/p/1HMSioSfBL/
Rappresaglie in interni borghesi con tradimenti e figli del peccato
scritto da Daniele Poto
RUMOR(S)CENA-
ROMA
-
Conflitti
matrimoniale
al’interno
di
una
coppia
borghese.
L’accensione
del
conflitto
non
è
teatralmente
nuova
ma
sempre
funzionalmente
efficace.
La
destabilizzazione
avviene
in
coincidenza
del
matrimonio
della
giovane
figlia
in
dotazione
a
una
coppia:
un
classico.
L’uomo
fedifrago
è
sempre
ingenuo.
Arriva
con
disinvoltura
a
invitare
una
giovane
amante
come
ospite
al
costoso
matrimonio
della
figlia.
Ma
la
consorte
è
vigile.
Già
da
tempo
gli
ha
messo
un
investigatore
privato
alle
calcagna,
perlomeno
così
millanta.
Così
ha
la
prova
visiva
della
sua
relazione
e
può
inchiodarlo
alla
sbarra
in
una
sorta
di
processo
interno,
preludio
al
regolamento
di
conti.
Perché
le
immagini
lo
ritraggono
mentre
balla
languidamente
con
l’amante.
La
miccia
innesca
una
commedia
raffinata
che
certo
non
si
fa
mancare
inesausti
colpi
di
scena.
Lo
schema
dell’uomo
peccatore
e
della
donna
teatro
immancabilmente
fa
teatro,
come
Feydeau
insegna.
I
diritti
di
Rappresaglie
sono
stati
acquistati
per
l’Italia
sulla
scia
di
un
grande
successo
francese.
Il
testo
di
Eric
Assous
si
è
avvalso
del
contributo
di
grandi
attori
come
Michel
Sardou
e
Marie-Anne
Chazel.
E’
bastato
solo
qualche
piccolo
adattamento
linguistico
per
traslare
il
plot
in
Italia
stante
la
contiguità
dei
due
mondi,
quello
nostrano
e
quello
transalpino.
Piccole
speculazioni
e
ispirazioni
musicali
con
le
intromissioni
non
casuali
di
Vasco
Rossi,
Claudio
Baglioni
e
persino
di
Al
Bano
nel
finale
a
sorpresa.
Importante
soprattutto
il
primo,
dedizione
galeotta
della
protagonista
Rosaria,
sua
fan
giovanile,
innesco
della
rappresaglia
che
è
una
bugia
dalla
potenza
acuminata.
Non
vorremo
spoilerare
troppo
quello
che
avviene
in
circa
due
ore
di
spettacolo
e
due
tempi.
Ovvio
che
si
proponga
un
matrimonio
di
cartapesta
fatto
di
bugie.
Ma
c’è
una
capacità
di
recupero
che
è
legato
alla
costanza,
a
un
affetto
che
non
è
più
passione,
alla
cornice
di
rapporti
familiari precedentemente creati. Il tutto propedeutico per un happy end non stiracchiato.
segue
recensione
su
https://www.rumorscena.com/08/04/2025/rappresaglie-in-interni-borghesi-con-
tradimenti-e-figli-del-peccato
Rappresaglie
Roma, Teatro Manzoni, dal 3 al 20 aprile 2025
scritto da Valeria Lupidi
Dopo
i
successi
francesi
arriva
in
Italia,
al
Teatro
Manzoni
di
Roma,
l'esilarante
commedia
"Rappresaglie"
di
Éric
Assous,
un concentrato divertente di intrighi e tradimenti familiari.
La
trama
si
snoda
attorno
ad
una
matura
coppia:
Franco
(interpretato
da
Massimo
Giuliani)
e
Rosaria
(Federica
Cifola)
che
dopo
la
festa
di
matrimonio
della
loro
giovane
figlia,
inizia
un
serrato
confronto
sui
loro
trascorsi
trent’anni
di
matrimonio,
facendo
emergere
bugie
e
sotterfugi
che
lo
hanno
caratterizzato.
La
venuta
a
galla
di
rancori
e
espedienti
dà
il
via
ad
una
serie
di
avvenimenti
inaspettati
ed
impensabili,
riservando
clamorosi
colpi
di
scena
che
alternano,
sapientemente,
momenti
di
tensione
a
folate
di
umorismo sottile e, a volte, leggermente sarcastico.
La
commedia,
già
proposta
in
Francia
con
Michel
Sardou
e
Marie-Anne
Chazel
nel
ruolo
dei
protagonisti,
riesce
a
mescolare
con
intelligente
ironia,
riflessioni
sulle
complesse
dinamiche
di
coppia
ed
anche
se
l’argomento
“problematiche
matrimoniali”
è
certamente
molto
sfruttato
nei
testi
teatrali,
“Rappresaglie”
offre
spunti
originali,
spingendosi
oltre
la
consueta
critica
del
ménage
matrimoniale,
inserendo
riferimenti
sulla
paternità
(biologica
o
legale),
l’omosessualità,
il
bisogno
di
maternità
assolutamente da soddisfare.
Come
ricorda
il
regista
Silvio
Giordani,
"Le
personalità
dei
personaggi
sono
perfettamente
strutturate
da
Assous",
ed
in
grado
di
donare
alla
commedia
un
ritmo
incalzante
nel
quale
le
pungenti
battute,
assolutamente
ben
gestite
nella
tempistica
dagli
attori,
si
incastrano
con
le
sorprese
e
con
l’intrigante
narrazione della storia.
Di
livello
la
performance
dei
due
protagonisti
ai
quali
si
affianca
una
simpatica
Maria
Cristina
Gionta
con la caratterizzazione di ben tre personaggi.
Spettacolo
adatto
al
pubblico
di
ogni
età,
divertente
e
giocoso:
uno
spaccato
di
vita
familiare
neanche
poi tanto distante dalla realtà!
Recensione tratta da :
https://www.artistsandbands.org/…
“RAPPRESAGLIE”, DI ERIC ASSOUS
AL
TEATRO
MANZONI,
STREPITOSI
MASSIMO
GIULIANI E FEDERICA CIFOLA
scritto da SALVATORE SCIRE'
In
questo
ultimo
scorcio
di
stagione,
il
vasto
panorama
teatrale
romano
ci
sta
regalando
alcuni
spettacoli
di
grande
qualità,
sia
per
lo
spessore
dei
testi,
(che
non
si
limitano
semplicemente
a
“far
ridere”
ma
trasmettono
anche
qualche
messaggio
importante,
inducendo
alla
riflessione
sulle
vicende
narrate,
che
poi
sono
quelle
in
cui
molti
di
noi
possono
rivedersi
o
riconoscersi),
sia
per
il
livello
e
la
bravura
degli
attori
e
del
regista che ne ha curato la messa in scena.
Di
questi,
un
prezioso
esempio
è
in
scena
fino
al
20
aprile
al
Teatro
Manzoni
di
Roma:
si
tratta
di
“Rappresaglie”,
una
deliziosa
commedia
di
Eric
Assous,
autore
e
regista
francese
di
origini
tunisine:
un
lavoro
che
si
inquadra
magnificamente
nel
contesto del teatro brillante contemporaneo di Oltralpe.
La
storia
ci
racconta
una
vicenda
sicuramente
paradossale,
ai
limiti
della
probabilità
(in
senso
statistico!),
ma
certamente
plausibile
e
possibile
pure
nella
realtà
quotidiana.
Anche
perché,
di
casi
del
genere o abbastanza simili, se ne sono sentiti diversi....!).
Franco
(Massimo
Giuliani)
e
Rosaria
(Federica
Cifola)
si
ritrovano
soli
e
stanchi
nella
camera
dell’albergo
subito
dopo
la
conclusione
della
festa
di
matrimonio
della
loro
giovane
figlia
Albachiara
(Camilla Pujia).
E
proprio
a
questo
punto
cominciano
i
nervosismi
e
le
scenate
di
gelosia:
Rosaria,
infatti,
rimprovera
il
marito
di
averla
trascurata
durante
tutta
la
serata,
dedicando
invece
tutte
le
sue
attenzioni
a
una
bionda
misteriosa
di
cui
nessuno
conosce
l’identità:
forse
un’imbucata?
Franco
nega
pure
l’evidenza
delle
foto
e
dei
video,
ma
di
fronte
alla
minaccia
di
un
inatteso
divorzio,
accetta
di
convocare
nella
loro
suite
questa
sua
“presunta
e
ipotetica”
amante
per
troncare
con
lei
ogni
rapporto,
alla
presenza
della
moglie.
segue recensione su
https://www.globalpress.it/….
Maria Cristina Gionta
Adriano Evangelisti
in
“
FANNY
”
di Rébecca Déraspe
Regia Silvio Giordani
Una
commedia
che
ci
racconta
con
delicatezza
ed
umorismo
come
l’immaginario
delle
donne
riesca
a
mettere
in
crisi
i
modelli
e
i
luoghi
comuni.
Fanny
e
Dario,
cinquantenni,
sono
una
coppia
solida
e
innamorata;
tuttavia
nella
loro
vita
manca
qualcosa
e
decidono
di
affittare
una
stanza
ad
Alice,
giovane
studentessa
di
filosofia.
Le
idee
di
Alice
scuoteranno
il
mondo
apparentemente
stabile
di
Fanny
e
la
donna,
dapprima
disorientata,
inizierà
a
ridisegnare
i
contorni
della
propria
esistenza,
fino
a
cambiare
completamente
il
suo
modo di stare al mondo.
Fanny: la commedia su chi ha il coraggio di provare a cambiare le cose.
Annalisa
Civitelli
Stagione
2024|2025
donne,
Fanny,
femminicidio,
impegno
civile,
rosso,
teatro,
teatro Tor Bella Monaca
Al
teatro
Tor
Bella
Monaca
di
Roma,
dal
14
al
16
marzo,
è
andato
in
scena
‘Fanny’,
spettacolo
scritto
da
Rébecca
Déraspe
e
diretto
da
Silvio
Giordani.
La
commedia
si
concentra
su
tematiche
attuali,
la
parità
di
genere
e
l’impegno
civile,
sia
mettendo
due
mondi
a
confronto,
quello
giovanile
e
di
mezza
età,
sia creando un’intersezione generazionale facendoli avvicinare grazie a un cambio di prospettiva
Al
teatro
di
Tor
Bella
Monaca
di
Roma
,
dal
14
al
16
marzo,
è
andata
in
scena
la
delicata
commedia
‘Fanny’
dell’autrice
canadese
Rébecca
Déraspe
.
Una
pièce
che
parla
di
parità
di
genere
e
di
impegno
civile,
esplorando
il
complesso
e
variegato
universo
femminile,
sempre
pronto
a
mettersi
in
discussione
e
ad
aprirsi
al
mondo.
Il
nome
francese
della
protagonista
che,
in
italiano,
corrisponde
a
Francesca,
pare
calzarle
a
pennello
per
l’eleganza,
il
fine
umorismo
e
la
delicatezza
del
personaggio,
ben
interpretato
da
Maria
Cristina
Gionta,
che
vive
un
rapporto
solido
con
il
marito
Dario,
ruolo
rappresentato
da
Adriano Evangelisti.
I
due
cinquantenni
sembrano
amarsi,
tuttavia
la
loro
è
una
coppia
grigia,
come
gli
abiti
che
indossano.
Vivono
infatti
fuori
dal
mondo,
chiusi
nella
loro
comfort
zone,
senza
grandi
problemi
e
senza
alcun
vero stimolo. In pratica, galleggiano come i pesci del loro acquario.
Tuffarsi
nella
vita
non
è
un’alternativa
per
loro,
almeno
fino
a
quando
non
entra
nella
loro
casa
Alice,
una
giovane
studentessa
di
filosofia
alla
quale
hanno
deciso
di
affittare
una
camera,
di
cui
Camilla
Pujia veste i panni.
Segue recensione su: https://www.brainstormingculturale.it/fanny/
https://www.facebook.com/story.php?story_
fbid=10227736459453784&id=1137181784&
rdid=kPJguZg9CqLGRFZp#
«FANNY», LA NECESSARIA
INTERSEZIONALITA’
Di Veronica Meddi
Al
Teatro
Tor
Bella
Monaca
dal
14
al
16
marzo
2025
è
andato
in
scena
lo
spettacolo
FANNY
di
Rebecca
Déraspe,
con
Maria
Cristina
Gionta
e
Adriano
Evangelisti
e
con
Camilla
Pujia,
Francesco
Nuzzi,
Angela
Accarino,
Anita
Farina,
Carmine
Cacciolla,
Alessandro
Chiodini,
Flavia
Ferri,
Nicole
Desiderioscioli,
Chiara
Iaccarino,
Chiara
Silano,
per
la
regia
di
Silvio
Giordani,
scene
di
Mario
Amodio,
costumi
di
Lucia
Mariani,
disegno
luci
di
Marco
Macrini.
Foto
Tommaso
Le Pera.