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Edoardo siravo MIRIAM MESTURINO in I SIGNORI BARBABLU’ da un racconto di GERALD VERNER e con LUCIA RICALZONE, PIERFRANCESCO MAZZONI, MARIA CRISTINA GIONTA regia di SILVIO GIORDANI In un cottage della campagna inglese arrivano i nuovi affittuari: due coniugi non più giovanissimi freschi di matrimonio. Si sono sposati appena conosciuti: il cosiddetto colpo di fulmine! L’isolamento della casa circondata dal bosco, solo i rumori della natura, nessun villaggio nelle vicinanze, sembrano presagire una bella e rilassante luna di miele. Ma è bene essersi sposati in fretta? Non sarebbe stato meglio approfondire la conoscenza, apprendere i rispettivi gusti, scoprire le abitudini o le piccole manie di entrambi? Forse no, ma anche sì!!! Ed ecco che ora dopo ora, giorno dopo giorno, il vero carattere dei due viene alla luce, e non tutto sembra o è come ciascuno aveva immaginato dell’altro. Ed ecco che quello che sembrava un matrimonio felice si avvia a diventare una trappola “mortale”. In questo precario contesto, si inseriscono la premurosa e fin troppo presente padrona di casa, un medico dall’aspetto e dai modi ambigui, la servetta un po’ tonta che forse non lo è tanto. Insomma, bastano poche battute iniziali e niente sembra più essere come appare: dietro sorrisi, carezze, sguardi languidi e premure, potrebbe nascondersi l’esatto contrario di ogni cosa. Le sorprese non tarderanno ad arrivare ed il finale sorprenderà tutti, anche e soprattutto gli spettatori! Produzione: CENTRO TEATRALE ARTIGIANO Contatti: Pietro Longhi (337.746811) pielonghi@tiscali.it
diretto da Pietro Longhi e Daniela Petruzzi
PAOLA GASSMAN MIRELLA MAZZERANGHI in “LE PANTERE ROSA” di Marina Pizzi regia di SILVIO GIORDANI Divertente, inaspettato e commovente inno alla vita con colpi di scena, risate ed emozioni in una trama che dal rosa si tinge di giallo. Olga, energica e trascinante padrona di casa, relegata dagli eventi in un caseggiato di periferia, ci coinvolge insieme alla sua amica-nemica e coabitante Maria, saggia ed ironica polacca, in una storia che fino all’ultimo lascerà con il fiato sospeso. Una commedia per due “pantere rosa”, oramai senior, con una irresistibile voglia di essere ancora protagoniste dell’imprevedibile realtà. Pronte a loro modo a cercare diamanti scomparsi e sbrogliare intricate matasse. Complicano i fatti Michele, giovane nipote di Olga, insofferente al troppo, in fuga dal tutto, alla ricerca di una sua misteriosa dimensione e la signorina Ines, una incontenibile, esuberante ed ansiosa inquilina del piano di sopra. Divertimento assicurato ma anche un’analisi stimolante di alcune tematiche irrisolte della nostra sempre più complessa società. Produzione: CENTRO TEATRALE ARTIGIANO Contatti: Pietro Longhi (337.746811) pielonghi@tiscali.it
Un asettico rapporto di lavoro pluriennale diventa sorprendentemente una spassosa, arguta e scintillante relazione. Come un fiore sbocciato solo al momento giusto, la storia tra il burbero e scontroso datore di lavoro e la sua ineffabile collaboratrice ci offre lo spunto per una commedia deliziosa che cancella di colpo la ruggine di un lungo regime di incomunicabilità. Ed il nuovo, improvviso scoprirsi riscatta sia lui che lei da anni di solitudine, di segreti e di dolori, prendendo molto presto una piega briosa e brillante. Lei sa tutto di lui. Lui non sa assolutamente nulla di lei. Non ha mai voluto saperne nulla, considerandola poco più di uno degli strumenti di cui si serve per il suo lavoro d’ufficio. Così, in una fredda sera di novembre, i due cominciano a confrontarsi per la prima volta senza la formalità dei ruoli, arrivando presto a rivelazioni sorprendenti, ma anche divertenti e commoventi. Alle volte l’amore, come il paradiso……può attendere, ma al momento opportuno sa sempre come coinvolgere il nostro cuore. Produzione: CENTRO TEATRALE ARTIGIANO Contatti: Pietro Longhi (337.746811) pielonghi@tiscali.it
Paola Tiziana Cruciani Roberto ciufoli . in “CHI L’HA VISTA?” di Paola Tiziana Cruciani regia di Regia Maria Cristina Gionta Quella di Isa e Ugo è una famiglia quasi perfetta. Sposati da trentacinque anni con due figli ormai grandi ma ancora molto presenti nella loro casa i due coniugi vivono nella routine della quotidianità. La famiglia, però,si regge fondamentalmente grazie alla dedizione di Isa che si occupa sempre di tutto e di tutti. Ma, improvvisamente, una sera, Isa scompare. Ugo precipita nella disperazione e chiama i figli a raccolta. Dov’è andata Isa? Perché è sparita? E’ un allontanamento volontario? Sarà stata rapita? La famiglia si sguinzaglia alla sua ricerca anche se il perfetto ingranaggio familiare che fino ad allora era stato tenuto in piedi da Isa comincia a scricchiolare. Ma Isa, è veramente sparita? Giallo rosa o giallo paranormale? O semplicemente giallo comico, anzi comicissimo. E comunque, riuscirà Ugo a ricongiungersi con l’amata moglie….? Forse, nella realtà, Isa è ancora presente e forse da un suo invisibile osservatorio scoprirà segreti e dinamiche di una famiglia che le apparirà profondamente diversa da quella fino ad allora conosciuta. Produzione: CENTRO TEATRALE ARTIGIANO Contatti: Pietro Longhi (337.746811) pielonghi@tiscali.it
Menandro, l'autore più rappresentato della "commedia nuova", considerato dagli antichi greci secondo solo ad Omero, fu per molto tempo poco più di un nome. Alcuni fortunati ritrovamenti di papiri hanno permesso alle sue commedie di riemergere dalle nebbie del tempo. Molte commedie sono incomplete, ma altre hanno permesso di tratteggiare una chiara immagine della straordinaria capacità del loro autore. La donna di Samo del titolo è Criside, già etèra e poi compagna di un benestante Demea, mercante di Atene. Attorno alla figura della donna ruotano le vicende di due famiglie in un intreccio di amori, equivoci e inganni che si scioglie nell'immancabile lieto fine. Menandro è abilissimo nel descrivere le tensioni, la fragilità, le astuzie della "nuova società" ateniese verso la fine del IV° secolo a.C. L'opera può essere definita una vera commedia degli equivoci e, nonostante tutti si comportino in assoluta buona fede e manchi la figura del malvagio, la situazione rischia sempre di precipitare. La figura femminile di Criside spicca per la sua sensibilità e modernità. La donna accetta accuse ingiuste e anche di essere cacciata di casa senza ribellarsi, solo per solidarietà femminile. Anche, Demea, il protagonista maschile ha una sua originalità. E' la trasformazione menandrea di un classico personaggio comico del passato : l'uomo maturo innamorato di una giovane che da comico, nella scrittura elegante di Menandro, si trasforma in controverso personaggio dai mille risvolti psicologici che lotta con se stesso ma non può impedirsi di essere roso dalla gelosia. Menandro non genera mai momenti di pura ilarità, ma grazie ad un senso del comico molto sottile fa sorridere molto di pregi e difetti dei vari individui che compongono la sua intrigante umanità. Non ci sono più i grandi temi del passato, le grandi passioni, i grandi obiettivi. La Grecia di Menandro si guarda dentro di se in una introspezione quasi attonita e la famiglia, o meglio il microcosmo familiare diviene il punto focale dell'indagine poetica.
Questo autore è stato spesso considerato dai suoi contemporanei “troppo moderno” ed ha scritto sei commedie “palliate” ispirate quindi ad un modello greco, diversamente dalle “togate” di ambientazione romana, operando una vera e propria riforma nell’ambito di questo genere, inserendovi nuovi contenuti ideologici ed attingendo nella “NEA” la commedia nuova ellenica di cui Menandro è l’esponente più noto. La carriera drammaturgica di Terenzio, non fu certo facile come quella di Plauto, forse perché nella sua opera non troviamo l’esuberanza, le acrobazie verbali, i giochi di parole del sarsinate. Terenzio, infatti, usa uno stile ed un linguaggio sobrio, naturale, all’insegna della compostezza e della semplicità evitando espressioni popolari e volgari in omaggio forse all’esigenza di equilibrio e di raffinatezza che egli mutuava dal sofisticato circolo scipionico di cui faceva parte. Anche la “contaminatio” è usata da Terenzio in maniera diversa dagli altri autori latini non ibridando una commedia con una mescolanza di varie commedie greche, ma inserendo una intera scena desunta da altri drammi all’interno di una sola commedia greca usata come modello. Nel Teatro “naturalistico” di Terenzio troviamo una suspance nuova. Lo spettatore è coinvolto emotivamente nelle vicende, prova le stesse emozioni dei personaggi e l’autore non consente procedimenti “metateatrali” cioè non vuole che venga mai interrotta l’illusione scenica e al contrario di Plauto che tendeva solo a divertire, cerca di trasmettere un messaggio morale. Nasce, insomma un’attenzione sociale che allora era una vera e propria rivoluzione culturale con dentro un messaggio di HUMANITAS. “…homo sum, humani nihil a me alienum puto…” (sono un uomo e niente di ciò che è umano considero a me estraneo…) Aprirsi agli altri, rinunciare all’egoismo, comprendere i propri limiti ed essere indulgente nei confronti degli errori degli altri: in una parola essere tolleranti e solidali. Ed è così che i personaggi di Terenzio si allontanano miglia e miglia da quelli pacchiani, spregiudicati, egoisti e truffaldini di Plauto. La nuova comicità non è più nella battutaccia o nell’intrigo e risiede più nel sorriso che nel riso, un sorriso talvolta venato di riflessione e meditazione.
Fabio Avaro Enzo Casertano . in I TRE MOSCHETTIERI di di Pino Ammendola e Nicola Pistoia regia di Luca Negroni Nella magica atmosfera di un vecchio teatro deserto, al buio, tre uomini avanzano guardinghi illuminando il percorso con le torce elettriche. Una giovane donna è con loro. Sembra terrorizzata. Il mistero s’infittisce, ma dopo poco scopriamo che in realtà non si tratta di un giallo. Gli uomini in tuta, infatti, sono tre sgangherati operai di una ditta di derattizzazione. Mentre cercano le tane degli introvabili topi, i tre uomini in tuta si imbattono in D’Artagnan! Si, proprio in D’Artagnan con tanto di costume e minaccioso fioretto. Si tratta di un primattore rimasto prigioniero del personaggio che ha recitato per una vita. L’attore invasato costringe, spada alla mano, i tre malcapitati a vestire i panni di Athos, Porthos ed Aramis. Costoro, pur spaventati, presto prenderanno gusto alla strana avventura, anche perché coinvolti emotivamente dalla splendida presenza di una Milady tutt’altro che immaginaria e forse altrettanto pericolosa di quella letteraria. Tra farsa e tragedia, tra duelli e innamoramenti, le mirabolanti avventure dei tre improvvisati spadaccini ci faranno passare due ore di autentiche risate. Produzione: CENTRO TEATRALE ARTIGIANO Contatti: Pietro Longhi (337.746811) pielonghi@tiscali.it
PIETRO LONGHI PAOLA TIZIANA CRUCIANI in GENTE DI FACILI COSTUMI di Nino Manfredi e Nino Marino regia di Silvio Giordani “Gente di facili costumi” è una commedia che sviluppa in maniera paradossale un fondamentale problema etico. In una società come la nostra, dove tutto si avvilisce e corrompe, che valore hanno ancora l’onestà, la dignità e il rispetto dei valori umani? Gli ideali politici sono al servizio di interessi privati, la creatività e la fantasia servono all’imbonimento pubblicitario, i valori più elevati sono svenduti e liquidati e tutto è asservito all’utile. Paradossalmente quello che è rimasto più coerente a stesso è il mestiere più antico del mondo. Le prostitute hanno continuato a fare ciò che hanno sempre fatto con chiarezza, senza sottintesi o simulazioni: oseremmo dire “onestamente”. Un intellettuale e una prostituta, protagonisti della commedia, assumono il ruolo emblematico di rappresentanti di questa mutevole società: lui presume di appartenere alla casta detentrice del potere culturale, lei, la peccatrice, l’emarginata si esprime invece con il molto personale linguaggio della “verità”. Con ironia ed umorismo attraverso il divertente incontro-scontro tra i due, la commedia ci mostra che siamo diventati un po’ tutti “gente di facili costumi”……… esclusi i presenti, naturalmente! Produzione: CENTRO TEATRALE ARTIGIANO
Fabio Avaro
Lallo Circosta
Giuseppe Cantore
Enzo Casertano
in UOMINI TARGATI EVA di Pino Ammendola e Nicola Pistoia regia di Silvio Giordani Siamo in una piccola officina ai margini della città, in una calda e pigra notte di ferragosto. I titolari, Pino e Ciccio, sono due meccanici che incarnano due modi diversi di vedere la vita e gestire il lavoro. Pino è meticoloso e attento, un perfezionista innamorato di tutto ciò che fa. L’altro, un po’ cialtrone cerca di sbarcare il lunario faticando il meno possibile. Nicola è il “ragazzo” di bottega, anche se ha superato da un pezzo gli “anta”, solo al mondo, vive praticamente nell’officina. L’arrivo improvviso di una donna bellissima e misteriosa di nome Eva sconvolge il microcosmo dei tre uomini. La timidezza imbarazzante di Nicola (Enzo Casertano), la poetica tenerezza di Pino (Giuseppe Cantore), la carnalità primitiva e schietta di Ciccio (Fabio Avaro) combinano una miscela esplosiva che scatena situazioni paradossali, dando vita ad una commedia brillante e divertente, dove emerge la solita ed irrimediabile goffaggine degli uomini. L’arrivo di un quarto uomo inquietante e persino minaccioso (Lallo Circosta) innesca il detonatore delle risate più sonore. Dopo il grande successo di “Uomini stregati dalla luna” il quartetto si ripropone in un’altra gioiosa avventura passando con disinvoltura in una diversa atmosfera, conservando però la medesima caleidoscopica comicità. Produzione: CENTRO TEATRALE ARTIGIANO
Privacy Policy Centro Teatrale Artigiano - Sede Fiscale: Via Monte Zebio 14/c 00195 Roma - Partita Iva e Codice Fiscale: 13195511004 SteveR
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PAOLA GASSMAN MIRELLA MAZZERANGHI in “LE PANTERE ROSA” di Marina Pizzi regia di SILVIO GIORDANI Divertente, inaspettato e commovente inno alla vita con colpi di scena, risate ed emozioni in una trama che dal rosa si tinge di giallo. Olga, energica e trascinante padrona di casa, relegata dagli eventi in un caseggiato di periferia, ci coinvolge insieme alla sua amica-nemica e coabitante Maria, saggia ed ironica polacca, in una storia che fino all’ultimo lascerà con il fiato sospeso. Una commedia per due “pantere rosa”, oramai senior, con una irresistibile voglia di essere ancora protagoniste dell’imprevedibile realtà. Pronte a loro modo a cercare diamanti scomparsi e sbrogliare intricate matasse. Complicano i fatti Michele, giovane nipote di Olga, insofferente al troppo, in fuga dal tutto, alla ricerca di una sua misteriosa dimensione e la signorina Ines, una incontenibile, esuberante ed ansiosa inquilina del piano di sopra. Divertimento assicurato ma anche un’analisi stimolante di alcune tematiche irrisolte della nostra sempre più complessa società. Produzione: CENTRO TEATRALE ARTIGIANO Contatti: Pietro Longhi (337.746811) pielonghi@tiscali.it
Un asettico rapporto di lavoro pluriennale diventa sorprendentemente una spassosa, arguta e scintillante relazione. Come un fiore sbocciato solo al momento giusto, la storia tra il burbero e scontroso datore di lavoro e la sua ineffabile collaboratrice ci offre lo spunto per una commedia deliziosa che cancella di colpo la ruggine di un lungo regime di incomunicabilità. Ed il nuovo, improvviso scoprirsi riscatta sia lui che lei da anni di solitudine, di segreti e di dolori, prendendo molto presto una piega briosa e brillante. Lei sa tutto di lui. Lui non sa assolutamente nulla di lei. Non ha mai voluto saperne nulla, considerandola poco più di uno degli strumenti di cui si serve per il suo lavoro d’ufficio. Così, in una fredda sera di novembre, i due cominciano a confrontarsi per la prima volta senza la formalità dei ruoli, arrivando presto a rivelazioni sorprendenti, ma anche divertenti e commoventi. Alle volte l’amore, come il paradiso……può attendere, ma al momento opportuno sa sempre come coinvolgere il nostro cuore. Produzione: CENTRO TEATRALE ARTIGIANO Contatti: Pietro Longhi (337.746811) pielonghi@tiscali.it
Paola Tiziana Cruciani Roberto ciufoli . in “CHI L’HA VISTA?” di Paola Tiziana Cruciani regia di Regia Maria Cristina Gionta Quella di Isa e Ugo è una famiglia quasi perfetta. Sposati da trentacinque anni con due figli ormai grandi ma ancora molto presenti nella loro casa i due coniugi vivono nella routine della quotidianità. La famiglia, però,si regge fondamentalmente grazie alla dedizione di Isa che si occupa sempre di tutto e di tutti. Ma, improvvisamente, una sera, Isa scompare. Ugo precipita nella disperazione e chiama i figli a raccolta. Dov’è andata Isa? Perché è sparita? E’ un allontanamento volontario? Sarà stata rapita? La famiglia si sguinzaglia alla sua ricerca anche se il perfetto ingranaggio familiare che fino ad allora era stato tenuto in piedi da Isa comincia a scricchiolare. Ma Isa, è veramente sparita? Giallo rosa o giallo paranormale? O semplicemente giallo comico, anzi comicissimo. E comunque, riuscirà Ugo a ricongiungersi con l’amata moglie….? Forse, nella realtà, Isa è ancora presente e forse da un suo invisibile osservatorio scoprirà segreti e dinamiche di una famiglia che le apparirà profondamente diversa da quella fino ad allora conosciuta. Produzione: CENTRO TEATRALE ARTIGIANO Contatti: Pietro Longhi (337.746811) pielonghi@tiscali.it
Fabio Avaro Enzo Casertano . in I TRE MOSCHETTIERI di di Pino Ammendola e Nicola Pistoia regia di Luca Negroni Nella magica atmosfera di un vecchio teatro deserto, al buio, tre uomini avanzano guardinghi illuminando il percorso con le torce elettriche. Una giovane donna è con loro. Sembra terrorizzata. Il mistero s’infittisce, ma dopo poco scopriamo che in realtà non si tratta di un giallo. Gli uomini in tuta, infatti, sono tre sgangherati operai di una ditta di derattizzazione. Mentre cercano le tane degli introvabili topi, i tre uomini in tuta si imbattono in D’Artagnan! Si, proprio in D’Artagnan con tanto di costume e minaccioso fioretto. Si tratta di un primattore rimasto prigioniero del personaggio che ha recitato per una vita. L’attore invasato costringe, spada alla mano, i tre malcapitati a vestire i panni di Athos, Porthos ed Aramis. Costoro, pur spaventati, presto prenderanno gusto alla strana avventura, anche perché coinvolti emotivamente dalla splendida presenza di una Milady tutt’altro che immaginaria e forse altrettanto pericolosa di quella letteraria. Tra farsa e tragedia, tra duelli e innamoramenti, le mirabolanti avventure dei tre improvvisati spadaccini ci faranno passare due ore di autentiche risate. Produzione: CENTRO TEATRALE ARTIGIANO Contatti: Pietro Longhi (337.746811) pielonghi@tiscali.it
PIETRO LONGHI PAOLA TIZIANA CRUCIANI in GENTE DI FACILI COSTUMI di Nino Manfredi e Nino Marino regia di Silvio Giordani “Gente di facili costumi” è una commedia che sviluppa in maniera paradossale un fondamentale problema etico. In una società come la nostra, dove tutto si avvilisce e corrompe, che valore hanno ancora l’onestà, la dignità e il rispetto dei valori umani? Gli ideali politici sono al servizio di interessi privati, la creatività e la fantasia servono all’imbonimento pubblicitario, i valori più elevati sono svenduti e liquidati e tutto è asservito all’utile. Paradossalmente quello che è rimasto più coerente a stesso è il mestiere più antico del mondo. Le prostitute hanno continuato a fare ciò che hanno sempre fatto con chiarezza, senza sottintesi o simulazioni: oseremmo dire “onestamente”. Un intellettuale e una prostituta, protagonisti della commedia, assumono il ruolo emblematico di rappresentanti di questa mutevole società: lui presume di appartenere alla casta detentrice del potere culturale, lei, la peccatrice, l’emarginata si esprime invece con il molto personale linguaggio della “verità”. Con ironia ed umorismo attraverso il divertente incontro-scontro tra i due, la commedia ci mostra che siamo diventati un po’ tutti “gente di facili costumi”……… esclusi i presenti, naturalmente! Produzione: CENTRO TEATRALE ARTIGIANO
Fabio Avaro
Lallo Circosta
Giuseppe Cantore
Enzo Casertano
in UOMINI TARGATI EVA di Pino Ammendola e Nicola Pistoia regia di Silvio Giordani Siamo in una piccola officina ai margini della città, in una calda e pigra notte di ferragosto. I titolari, Pino e Ciccio, sono due meccanici che incarnano due modi diversi di vedere la vita e gestire il lavoro. Pino è meticoloso e attento, un perfezionista innamorato di tutto ciò che fa. L’altro, un po’ cialtrone cerca di sbarcare il lunario faticando il meno possibile. Nicola è il “ragazzo” di bottega, anche se ha superato da un pezzo gli “anta”, solo al mondo, vive praticamente nell’officina. L’arrivo improvviso di una donna bellissima e misteriosa di nome Eva sconvolge il microcosmo dei tre uomini. La timidezza imbarazzante di Nicola (Enzo Casertano), la poetica tenerezza di Pino (Giuseppe Cantore), la carnalità primitiva e schietta di Ciccio (Fabio Avaro) combinano una miscela esplosiva che scatena situazioni paradossali, dando vita ad una commedia brillante e divertente, dove emerge la solita ed irrimediabile goffaggine degli uomini. L’arrivo di un quarto uomo inquietante e persino minaccioso (Lallo Circosta) innesca il detonatore delle risate più sonore. Dopo il grande successo di “Uomini stregati dalla luna” il quartetto si ripropone in un’altra gioiosa avventura passando con disinvoltura in una diversa atmosfera, conservando però la medesima caleidoscopica comicità. Produzione: CENTRO TEATRALE ARTIGIANO
Centro Teatrale Artigiano Sede Fiscale: Via Monte Zebio 14/c 00195 Roma Partita Iva e Codice Fiscale: 13195511004 SteveR
Edoardo siravo MIRIAM MESTURINO in I SIGNORI BARBABLU’ da un racconto di GERALD VERNER e con LUCIA RICALZONE, PIERFRANCESCO MAZZONI, MARIA CRISTINA GIONTA regia di SILVIO GIORDANI In un cottage della campagna inglese arrivano i nuovi affittuari: due coniugi non più giovanissimi freschi di matrimonio. Si sono sposati appena conosciuti: il cosiddetto colpo di fulmine! L’isolamento della casa circondata dal bosco, solo i rumori della natura, nessun villaggio nelle vicinanze, sembrano presagire una bella e rilassante luna di miele. Ma è bene essersi sposati in fretta? Non sarebbe stato meglio approfondire la conoscenza, apprendere i rispettivi gusti, scoprire le abitudini o le piccole manie di entrambi? Forse no, ma anche sì!!! Ed ecco che ora dopo ora, giorno dopo giorno, il vero carattere dei due viene alla luce, e non tutto sembra o è come ciascuno aveva immaginato dell’altro. Ed ecco che quello che sembrava un matrimonio felice si avvia a diventare una trappola “mortale”. In questo precario contesto, si inseriscono la premurosa e fin troppo presente padrona di casa, un medico dall’aspetto e dai modi ambigui, la servetta un po’ tonta che forse non lo è tanto. Insomma, bastano poche battute iniziali e niente sembra più essere come appare: dietro sorrisi, carezze, sguardi languidi e premure, potrebbe nascondersi l’esatto contrario di ogni cosa. Le sorprese non tarderanno ad arrivare ed il finale sorprenderà tutti, anche e soprattutto gli spettatori! Produzione: CENTRO TEATRALE ARTIGIANO Disponibilità: aprile-maggio 2019
Questo autore è stato spesso considerato dai suoi contemporanei “troppo moderno” ed ha scritto sei commedie “palliate” ispirate quindi ad un modello greco, diversamente dalle “togate” di ambientazione romana, operando una vera e propria riforma nell’ambito di questo genere, inserendovi nuovi contenuti ideologici ed attingendo nella “NEA” la commedia nuova ellenica di cui Menandro è l’esponente più noto. La carriera drammaturgica di Terenzio, non fu certo facile come quella di Plauto, forse perché nella sua opera non troviamo l’esuberanza, le acrobazie verbali, i giochi di parole del sarsinate. Terenzio, infatti, usa uno stile ed un linguaggio sobrio, naturale, all’insegna della compostezza e della semplicità evitando espressioni popolari e volgari in omaggio forse all’esigenza di equilibrio e di raffinatezza che egli mutuava dal sofisticato circolo scipionico di cui faceva parte. Anche la “contaminatio” è usata da Terenzio in maniera diversa dagli altri autori latini non ibridando una commedia con una mescolanza di varie commedie greche, ma inserendo una intera scena desunta da altri drammi all’interno di una sola commedia greca usata come modello. Nel Teatro “naturalistico” di Terenzio troviamo una suspance nuova. Lo spettatore è coinvolto emotivamente nelle vicende, prova le stesse emozioni dei personaggi e l’autore non consente procedimenti “metateatrali” cioè non vuole che venga mai interrotta l’illusione scenica e al contrario di Plauto che tendeva solo a divertire, cerca di trasmettere un messaggio morale. Nasce, insomma un’attenzione sociale che allora era una vera e propria rivoluzione culturale con dentro un messaggio di HUMANITAS. “…homo sum, humani nihil a me alienum puto…” (sono un uomo e niente di ciò che è umano considero a me estraneo…) Aprirsi agli altri, rinunciare all’egoismo, comprendere i propri limiti ed essere indulgente nei confronti degli errori degli altri: in una parola essere tolleranti e solidali. Ed è così che i personaggi di Terenzio si allontanano miglia e miglia da quelli pacchiani, spregiudicati, egoisti e truffaldini di Plauto. La nuova comicità non è più nella battutaccia o nell’intrigo e risiede più nel sorriso che nel riso, un sorriso talvolta venato di riflessione e meditazione.
Menandro, l'autore più rappresentato della "commedia nuova", considerato dagli antichi greci secondo solo ad Omero, fu per molto tempo poco più di un nome. Alcuni fortunati ritrovamenti di papiri hanno permesso alle sue commedie di riemergere dalle nebbie del tempo. Molte commedie sono incomplete, ma altre hanno permesso di tratteggiare una chiara immagine della straordinaria capacità del loro autore. La donna di Samo del titolo è Criside, già etèra e poi compagna di un benestante Demea, mercante di Atene. Attorno alla figura della donna ruotano le vicende di due famiglie in un intreccio di amori, equivoci e inganni che si scioglie nell'immancabile lieto fine. Menandro è abilissimo nel descrivere le tensioni, la fragilità, le astuzie della "nuova società" ateniese verso la fine del IV° secolo a.C. L'opera può essere definita una vera commedia degli equivoci e, nonostante tutti si comportino in assoluta buona fede e manchi la figura del malvagio, la situazione rischia sempre di precipitare. La figura femminile di Criside spicca per la sua sensibilità e modernità. La donna accetta accuse ingiuste e anche di essere cacciata di casa senza ribellarsi, solo per solidarietà femminile. Anche, Demea, il protagonista maschile ha una sua originalità. E' la trasformazione menandrea di un classico personaggio comico del passato : l'uomo maturo innamorato di una giovane che da comico, nella scrittura elegante di Menandro, si trasforma in controverso personaggio dai mille risvolti psicologici che lotta con se stesso ma non può impedirsi di essere roso dalla gelosia. Menandro non genera mai momenti di pura ilarità, ma grazie ad un senso del comico molto sottile fa sorridere molto di pregi e difetti dei vari individui che compongono la sua intrigante umanità. Non ci sono più i grandi temi del passato, le grandi passioni, i grandi obiettivi. La Grecia di Menandro si guarda dentro di se in una introspezione quasi attonita e la famiglia, o meglio il microcosmo familiare diviene il punto focale dell'indagine poetica.