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Autore: Bill Manhoff Regia: Silvio Giordani Genere: commedia Compagnia/Produzione: Centro teatrale artigiano Cast: Rita Forte - Pietro Longhi “Il gufo e la gattina” di Bill Manhoff è una straordinaria macchina per attori. Una favola moderna tra grottesco e paradosso, basata su una comica astrazione: due mondi opposti che finiranno per comunicare. La commedia tratta temi importanti come sesso, incomunicabilità, solitudine e frustrazione, passando però sopra a tutto una mano di vernice così brillante che riesce a farci ridere e divertire anche mentre riflettiamo. Personaggi di scontrosa tenerezza con sogni sproporzionati alle proprie capacità, Felix (il gufo, commesso di libreria e scrittore fallito) e Doris (gattina attricetta-squillo con poca cultura e nessuna possibilità artistica) si incontrano e si scontrano, imparando a farsi compagnia, fino a riconoscere di non poter più fare a meno l’uno dell’altra. Commedia di fresca e travolgente simpatia, ma anche di spietata sincerità, non sfigura al confronto di altri grandi successi del cinema e del teatro con una simile architettura. Si pensi a Pigmalione , Educando Rita, My Fair Lady o a Colazione da Tiffany. Lo schema del “Gufo” apparentemente insensibile al fascino femminile e della “Gattina” da acculturare perché rozza e svampita, ma portatrice di un travolgente carisma sessuale, ha sempre funzionato sia come garanzia di comicità sia come una delle più belle ( tra le tante possibili ) storie d’amore.
diretto da Pietro Longhi e Daniela Petruzzi
Pino e Ciccio sono due strampalati titolari di una piccola osteria romana, che hanno rilevato accollandosi molti debiti e l’insopportabile cameriere Massimo, ereditato dalla precedente gestione. E’ la notte di Capodanno e poco alla volta tutti i clienti prenotati danno disdetta. L’unico che arriva è Nicola, un poliziotto loro amico e cliente abituale che ha rotto, proprio quella sera, un fidanzamento decennale scoprendo il tradimento della sua compagna. Convinto dagli amici a rimanere, Nicola coinvolge tutti nella propria crisi e il cenone si trasforma in una comicissima seduta di terapia di gruppo su gelosia, amore, sesso e matrimonio. Ma è una notte di LUNA…..e nel locale capita anche una ragazza, Francesca, misteriosa e bellissima proprio come la luna. Quella luna che rappresenta da sempre il sogno accessibile a tutti, la presenza che non ci fa mai sentire soli, l’immagine simbolo di tutti gli innamorati della terra. E molto presto, in una favola genuina e gustosa come una torta fatta in casa, i nostri eroi, Pino, Ciccio, Nicola ed il cameriere Massimo potranno scoprire quanto sia difficile non restare “ stregati dalla luna”.
Commedia divertentissima e piena di humor, la storia di Lilly la vagabonda, racconta di come un cane possa, alle volte, collegare varie persone tra loro in un mondo che gli uomini stanno facendo diventare sempre più estraneo ed impersonale. Grottesca e brillante, la commedia è anche la storia di un uomo, Giorgio, in crisi per il suo lavoro che non ama più (“Vogliono che mi occupi di valute, mercati valutari, derivati. Non ce la faccio. Cosa c’è dietro le valute? Altre valute. E cosa c’è dietro quelle? E chi lo sa? Niente da toccare, niente da vedere. E’ troppo astratto. E secondo me è anche pericoloso. Mi sa di gioco sporco”). Ma Giorgio è anche un po’ in crisi con la bella moglie Carla, con i figli ormai lontani ed autonomi e l’incontro con la bastardina cambia il destino di quest’uomo, fermo ad un preoccupante bivio della sua vita. Il testo è una deliziosa fantasia, ma anche uno sguardo psicologico molto approfondito sul mondo borghese, nel quale piomba la cagnolina Lilly che invade la scena con la sua libertà di cane. Incapace di calcoli, incapace di fingere, libera da imposizioni e convenzioni la cagnetta farà riscoprire a tutti la semplicità dell’istinto e dell’amore che i suoi padroni avevano dimenticato, persi nel lavoro, nel matrimonio, nella routine, nelle delusioni, nella stanchezza, nell’incomunicabilità. L’idea chiave del testo è che il ruolo della cagnolina sia recitato da un’attrice, quindi dimenticate Lassie, Rin Tin Tin, Asta, Rex, Sansone o la carica dei 101 e preparatevi ad una eccitante novità.
TUTTE A CASA di Giuseppe Badalucco e Franca De Angelis con Paola Gassman Mirella Mazzeranghi Paola Tiziana Cruciani e con Claudia Campagnola e Giulia Rupi regia VANESSA GASBARRI Infuria la Grande Guerra e l'Italia è impegnata nel terribile conflitto che miete vite, giovani e meno giovani, dalle trincee del Carso ai picchi delle Dolomiti. Mentre gli uomini sono al fronte, le donne si prodigano nel loro storico ruolo di madri e di mogli… e non solo. Molte di loro, per arrotondare il magro bilancio familiare, accettano le offerte di lavoro che piovono dalle imprese, i cui ranghi sono rimasti sguarniti a causa della coscrizione dei propri dipendenti. Improvvisamente le donne escono dalle case e s’improvvisano tranviere, operaie, impiegate,
suscitando il grande scandalo dei molti benpensanti che temono il sovvertimento "dell'ordine naturale delle cose". Del primo, devastante, conflitto mondiale, di cui in questi anni ricorre il centenario, sono stati raccontati la durezza della vita di trincea, le vittime e gli eroi. “TUTTE A CASA” si concentra invece sull’aspetto, abbastanza inedito ma di enormi proporzioni, dell’ingresso delle donne nel mondo del lavoro: un primo e imponente approccio, destinato all’epoca a non avere immediate conseguenze sul piano sociale, una volta terminato il conflitto, ma che di certo accelerò la presa di coscienza di molte donne. E - pur non dimenticando la tragedia sullo sfondo, che toccherà anzi da vicino una delle protagoniste - lo fa nei toni della commedia e del sentimento, in una piéce dolce-amara tutta al femminile. Margherita, una ricca signora dell'alta borghesia milanese il cui marito imprenditore è stato preso prigioniero dagli austriaci, decide di imbarcarsi nella difficile avventura di tenere in piedi l'azienda di famiglia, produttrice di autocarri. All’inizio si tuffa nell’impresa con la leggerezza con cui frequenta i salotti dell’alta società; ma andando avanti si ritrova a sfidare l'ostilità di un mondo prettamente maschile in cui tutti le sono contro: i colleghi, i politici, la stampa e persino i sindacati. Nella sua avventura Margherita è supportata, ma anche spesso osteggiata, da altre quattro donne, tutte diverse da lei - e fra di loro - sotto ogni punto di vista: carattere, classe sociale ed idee politiche. C’è Silvana, la coscienziosa segretaria del marito, che rivelerà insospettate doti manageriali e che nasconde un segreto inconfessabile; la matura Comunarda, una socialista dal temperamento sanguigno e combattivo che le darà parecchio filo da torcere, e che nel conflitto perderà il figlio più amato; Teresa, giovane madre di famiglia tutta casa e chiesa; e la giovane e vitale Giacomina, che pensa più che altro a divertirsi. In un crescendo di ostacoli da superare nel tentativo di salvare l’azienda, le cinque donne si confrontano fra loro e imparano a costruire un diverso modo di rapportarsi, declinato al femminile e ispirato ai valori della solidarietà umana e delle reciproca comprensione; e scoprono, ciascuna di se stessa, doti e aspirazioni che nemmeno pensavano di possedere. Ma un bel giorno la guerra finisce e gli uomini tornano a casa, chi dal fronte, chi dalla prigionia. E il ripristino della normalità, una normalità tutta maschile, rappresenta per le nostre un brusco risveglio...
Privacy Policy Centro Teatrale Artigiano - Sede Fiscale: Via Monte Zebio 14/c 00195 Roma - Partita Iva e Codice Fiscale: 13195511004 SteveR
diretto da Pietro Longhi e Daniela Petruzzi
Pino e Ciccio sono due strampalati titolari di una piccola osteria romana, che hanno rilevato accollandosi molti debiti e l’insopportabile cameriere Massimo, ereditato dalla precedente gestione. E’ la notte di Capodanno e poco alla volta tutti i clienti prenotati danno disdetta. L’unico che arriva è Nicola, un poliziotto loro amico e cliente abituale che ha rotto, proprio quella sera, un fidanzamento decennale scoprendo il tradimento della sua compagna. Convinto dagli amici a rimanere, Nicola coinvolge tutti nella propria crisi e il cenone si trasforma in una comicissima seduta di terapia di gruppo su gelosia, amore, sesso e matrimonio. Ma è una notte di LUNA…..e nel locale capita anche una ragazza, Francesca, misteriosa e bellissima proprio come la luna. Quella luna che rappresenta da sempre il sogno accessibile a tutti, la presenza che non ci fa mai sentire soli, l’immagine simbolo di tutti gli innamorati della terra. E molto presto, in una favola genuina e gustosa come una torta fatta in casa, i nostri eroi, Pino, Ciccio, Nicola ed il cameriere Massimo potranno scoprire quanto sia difficile non restare “ stregati dalla luna”.
Commedia divertentissima e piena di humor, la storia di Lilly la vagabonda, racconta di come un cane possa, alle volte, collegare varie persone tra loro in un mondo che gli uomini stanno facendo diventare sempre più estraneo ed impersonale. Grottesca e brillante, la commedia è anche la storia di un uomo, Giorgio, in crisi per il suo lavoro che non ama più (“Vogliono che mi occupi di valute, mercati valutari, derivati. Non ce la faccio. Cosa c’è dietro le valute? Altre valute. E cosa c’è dietro quelle? E chi lo sa? Niente da toccare, niente da vedere. E’ troppo astratto. E secondo me è anche pericoloso. Mi sa di gioco sporco”). Ma Giorgio è anche un po’ in crisi con la bella moglie Carla, con i figli ormai lontani ed autonomi e l’incontro con la bastardina cambia il destino di quest’uomo, fermo ad un preoccupante bivio della sua vita. Il testo è una deliziosa fantasia, ma anche uno sguardo psicologico molto approfondito sul mondo borghese, nel quale piomba la cagnolina Lilly che invade la scena con la sua libertà di cane. Incapace di calcoli, incapace di fingere, libera da imposizioni e convenzioni la cagnetta farà riscoprire a tutti la semplicità dell’istinto e dell’amore che i suoi padroni avevano dimenticato, persi nel lavoro, nel matrimonio, nella routine, nelle delusioni, nella stanchezza, nell’incomunicabilità. L’idea chiave del testo è che il ruolo della cagnolina sia recitato da un’attrice, quindi dimenticate Lassie, Rin Tin Tin, Asta, Rex, Sansone o la carica dei 101 e preparatevi ad una eccitante novità.
TUTTE A CASA di Giuseppe Badalucco e Franca De Angelis con Paola Gassman Mirella Mazzeranghi Paola Tiziana Cruciani e con Claudia Campagnola e Giulia Rupi regia VANESSA GASBARRI Infuria la Grande Guerra e l'Italia è impegnata nel terribile conflitto che miete vite, giovani e meno giovani, dalle trincee del Carso ai picchi delle Dolomiti. Mentre gli uomini sono al fronte, le donne si prodigano nel loro storico ruolo di madri e di mogli… e non solo. Molte di loro, per arrotondare il magro bilancio familiare, accettano le offerte di lavoro che piovono dalle imprese, i cui ranghi sono rimasti sguarniti a causa della coscrizione dei propri dipendenti. Improvvisamente le donne escono dalle case e s’improvvisano tranviere, operaie, impiegate, suscitando il grande scandalo dei molti benpensanti che temono il sovvertimento "dell'ordine naturale delle cose". Del primo, devastante, conflitto mondiale, di cui in questi anni ricorre il centenario, sono stati raccontati la durezza della vita di trincea, le vittime e gli eroi. “TUTTE A CASA” si concentra invece sull’aspetto, abbastanza inedito ma di enormi proporzioni, dell’ingresso delle donne nel mondo del lavoro: un primo e imponente approccio, destinato all’epoca a non avere immediate conseguenze sul piano sociale, una volta terminato il conflitto, ma che di certo accelerò la presa di coscienza di molte donne. E - pur non dimenticando la tragedia sullo sfondo, che toccherà anzi da vicino una delle protagoniste - lo fa nei toni della commedia e del sentimento, in una piéce dolce-amara tutta al femminile. Margherita, una ricca signora dell'alta borghesia milanese il cui marito imprenditore è stato preso prigioniero dagli austriaci, decide di imbarcarsi nella difficile avventura di tenere in piedi l'azienda di famiglia, produttrice di autocarri. All’inizio si tuffa nell’impresa con la leggerezza con cui frequenta i salotti dell’alta società; ma andando avanti si ritrova a sfidare l'ostilità di un mondo prettamente maschile in cui tutti le sono contro: i colleghi, i politici, la stampa e persino i sindacati. Nella sua avventura Margherita è supportata, ma anche spesso osteggiata, da altre quattro donne, tutte diverse da lei - e fra di loro - sotto ogni punto di vista: carattere, classe sociale ed idee politiche. C’è Silvana, la coscienziosa segretaria del marito, che rivelerà insospettate doti manageriali e che nasconde un segreto inconfessabile; la matura Comunarda, una socialista dal temperamento sanguigno e combattivo che le darà parecchio filo da torcere, e che nel conflitto perderà il figlio più amato; Teresa, giovane madre di famiglia tutta casa e chiesa; e la giovane e vitale Giacomina, che pensa più che altro a divertirsi. In un crescendo di ostacoli da superare nel tentativo di salvare l’azienda, le cinque donne si confrontano fra loro e imparano a costruire un diverso modo di rapportarsi, declinato al femminile e ispirato ai valori della solidarietà umana e delle reciproca comprensione; e scoprono, ciascuna di se stessa, doti e aspirazioni che nemmeno pensavano di possedere. Ma un bel giorno la guerra finisce e gli uomini tornano a casa, chi dal fronte, chi dalla prigionia. E il ripristino della normalità, una normalità tutta maschile, rappresenta per le nostre un brusco risveglio...
Centro Teatrale Artigiano Sede Fiscale: Via Monte Zebio 14/c 00195 Roma Partita Iva e Codice Fiscale: 13195511004 SteveR
Autore: Bill Manhoff Regia: Silvio Giordani Genere: commedia Compagnia/Produzione: Centro teatrale artigiano Cast: Rita Forte - Pietro Longhi “Il gufo e la gattina” di Bill Manhoff è una straordinaria macchina per attori. Una favola moderna tra grottesco e paradosso, basata su una comica astrazione: due mondi opposti che finiranno per comunicare. La commedia tratta temi importanti come sesso, incomunicabilità, solitudine e frustrazione, passando però sopra a tutto una mano di vernice così brillante che riesce a farci ridere e divertire anche mentre riflettiamo. Personaggi di scontrosa tenerezza con sogni sproporzionati alle proprie capacità, Felix (il gufo, commesso di libreria e scrittore fallito) e Doris (gattina attricetta-squillo con poca cultura e nessuna possibilità artistica) si incontrano e si scontrano, imparando a farsi compagnia, fino a riconoscere di non poter più fare a meno l’uno dell’altra. Commedia di fresca e travolgente simpatia, ma anche di spietata sincerità, non sfigura al confronto di altri grandi successi del cinema e del teatro con una simile architettura. Si pensi a Pigmalione , Educando Rita, My Fair Lady o a Colazione da Tiffany. Lo schema del “Gufo” apparentemente insensibile al fascino femminile e della “Gattina” da acculturare perché rozza e svampita, ma portatrice di un travolgente carisma sessuale, ha sempre funzionato sia come garanzia di comicità sia come una delle più belle ( tra le tante possibili ) storie d’amore.